Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

listi, i quali di solito, nelle loro formula-- :zioni politiche, erano più istintivi che razionali, andavano più per immagini che per concetti: e non per nulla Hofstadter intitola il suo capitolo dedicato ai principali aspetti del pensiero populista << Il fol-- klore del populismo »; ché in realtà si tratta quasi sempre di folklore più che di fi.. 1osofìa politica. In genere, i problemi che i populisti si trovavano a dover affronta- .re assumevano una semplicità veramente .sconcertante: la vittoria sull'ingiustizia, la :soluzione di ogni male sociale, erano concentrate nella crociata contro un unico, estremamente maligno avversario, il potere del denaro. Non solo, ma per sconfiggere quel potere, un'arma sola bastava, il bimetallismo, la libera convertibilità del- !' argento. « Quando avremo restaurato il denaro della costituzione», ebbe a dire Bryan in un suo famoso discorso, « ogni altra necessaria riforma diverrà possibile; ma prima d' allora, nessun' altra rif or· ' . ma potra essere portata a compimento"· L'oscura cricca di Wall Street ed il bimetallismo divennero due idee fisse dei populisti, intorno alle quali s'imperniò il novanta per cento della loro lussureggiante e verbosa propaganda. Ed a queste due idee fisse se ne aggiunse ben presto un' altra, comune alla maggior parte di loro: quella della cospirazione del potere internazionale del denaro. Alla luce di questa presunta cospirazione era da loro interpretata tutta la storia americana dalla guerra di successione in poi, in termini che avevano non di rado del grottesco. << Una vasta cospirazione contro l'umanità », era detto nel preambolo al manifesto del partito populista del 1892, << è stata organizzata su due continenti e sta rapidamente conquistando il mondo. Se non fronteggiata e ricacciata subito essa ci riserva terribili convulsioni sociali, la distruzione della civiltà, o lo stabilimento di un despotismo assoluto ». I centri di questa prodigiosa congiura erano ovviamente Wall Street e Lombard Street, New York e Londra, le due città corrotte per eccellenza. Dalla convinzione dell'esistenza di una congiura, organizzata su base internazionale, delle oscure potenze del denaro, al• l'antisemitismo aperto, il passo era naturalmente breve, e molti tra i populisti non esitarono a compierlo. E qui ci ricolleghiamo ad un altro aspetto fondamentale del n1ovimento populista, è cioè al suo carattere prettamente yankee e protestante e più o meno confessatamente xenofobo. Questa tendenza xenofoba e l'antico odio e timore verso la città, poi, s'incontravano e si rafforzavano a vicenda: la città era il centro del vizio e della corruzione; ma era anche il principale punto di raccolta delle grandi masse di imnìigrati, ignoranti, rozzi e quel che è peggio avvezzi alla tirannia ed alla corruzione; la città corrompeva vieppiù l'immigrato e l'immigrato contribuiva per parte sua ad accrescere il carattere peccaminoso della città. Naturalmente, l'odio e il sospetto per ogni elemento umano che non fosse anglosassone non era esclusivo dei populisti; in essi tuttavia si presentavano con una virulenza particolare e ne rappresentavano una caratteristica di non secondario rilievo, con delle manifestazioni, sul piano della politica estera americana, che contribuirono non poco all'affermarsi, sia pure in tempi diversi, della mentalità isola- . . z1on1sta. Bibloteca Gino Bianco [118]

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