Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

schieramento frontista nel Mezzogiorno. Di conseguenza, l'attività agitatoria e l'opposizione di principio ,avevano costituito i cardini della sua azione. Realizzazioni come la Cassa per il Mezzogiorno e la riforma agraria avevano ricevuto una accoglienza scettica, qu,ando non proprio ostile. Il massimalismo delle richieste era stato la norma costante e indiscussa in materia di elabor,azione programmatica, non meno che in sede di discussione delle vertenze e dei contratti. I metodi delle occupazioni di terre, delle agitazioni di piazza, degli scioperi a rovescio avevano costituito gli altrettanto ·costanri ed indis.cussi princìpi d'azione. Sarebbe ingiusto disconoscere i risultati positivi che anche un'azione di t,al genere ebbe a conseguire; poichè, a mezzo di essa, vaste masse giunsero ad acquistare assai più che i rudimenti di una coscienza politica ed il problema meridionale si impose con più drammatica urgenza all'attenzione del paese.. Ma era un'azione che aveva in se stessa ragioni fortissime di crisi. Innanzitutto, l'attività del sindacato trovava la sua giustificazione e la sua direzione nelle sfere politiche, di ispirazione (naturalmente) comunista, e quindi fuori di se stessa. In secondo luogo, massimalismo ed opposizione di principio non potevano non subire l'usura del tempo di fronte ad un'azione di pubblico intervento che, pur fra incertezze e contraddizioni assai spesso gravi, giungeva tuttavia a toccare il fondo dei problemi affrontati. Infine, l'isolamento politico in cui dopo il 1947 precipitava il movimento di estrema sinistra coinvolgeva - data la struttura dei rapporti fra quel movimento e il sindacato socialcorpunista - anche la CGIL. La crisi della Confederazione si andava facendo perciò d'anno in anno più grave. Negli ultimi tempi essa era acuita dalla ventata autonomistica che investiva le file del PSI ·e che si rifletteva sui suoi sindacalisti, traducendosi nella richiesta di un esplicito ritorno al gioco delle correnti, all'interno, e di un più realistico ,atteggiamento verso le iniziative di riforma nel Mezzogiorno, alt' esterno. Quest'ultimo punto formava oggetto, peraltro, di esplicite richieste anche da parte di sindacalisti comunisti; e fu perciò che i mutamenti dei posti direttivi nelle organizzazioni meridionali della CGIL furono frequenti fin dal 1955. Il convegno meridionale, tenutosi il 29 e 30 marzo di quest'anno, si trovava pertanto di fronte: I) il problema di un ridimensionamento della politica meridionale della OGIL; II) il problema di una effettiva ricomposizione della unità interna; III) il problema di un adeguato nnnova- [IO] Bibliotecaainobianco

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