Nord e Sud - anno IV - n. 32 - luglio 1957

siglio liberali, nel passaggio all' opposizione dichiarata. Con molta perspicacia sono invece illustrati dal Rizzo le divergenze fra Amendola e Salandra, Sonnino, Bonomi, Giolitti (che non escludevano alcune notevoli convergenze pratiche con quest'ultimo, nel 1920), e le sue affinità con Nitti e Bissolati, specie col secondo, col qua!e aveva in comune l'afflato morale, laicamente religioso, di cui il primo non era dotato. In qualche faccenda, così nella sua precoce opposizione, ancora solo estetica, al dannunzianesimo ( 1907) e nelle sue severe riserve critiche verso l'ingresso degli esponenti cattolici nei dicasteri della Giustiz1a e Culto e della Pubblica Istruzione, nel governo Bonomi (1921), Amendola intuì davvero, egli che in politica non amava atteggiarsi ad avvenirista, ma badava alla realtà presente, gli sviluppi futuri, ancora lontani. Anche qui conviene però tener presente, per D'Annunzio, le osser~ vazioni del Croce (che a proposito del poeta fece uso, per la prima volta, di criteri etici, nella sua critica letteraria) e per la penetrazione dei cattolici nello Stato la can1pagna di Luigi Albertini contro il Patto Gentiloni. Peraltro, nei tempi di cui si discorre, il Corriere della Sera esaltava ancora D'Annunzio, mentre Croce era propenso alle concessioni giolittiane al R. HoFsTADTER: The age of reform. From Bryan to F.D.R. New York, Alfred A. Knopf, 1956. cattolicesimo. In breve, delle due posizioni, la giolittiano-crociana e 1a albertina, in cui si divideva il liberalismo italiano, Amendola, formatosi più vicino alla seconda, cominciò ben presto a unire i pregi e a respingere i difetti. Con accenti comn1ossi, il Rizzo espone le ultime battaglie di Amendola, l'Aventino, lo sforzo volto a portare Filippo Turati, e tutto il socialismo democratico ita1 iano, su posizioni di democrazia laburista, che il fondatore dell'Unione Democratica Nazionale avrebbe fatte coraggiosamente proprie, se i socialisti avessero osato compiere il gran passo, e infine la: storia dell'Unione stessa, che fu il maggior tentativo che si avesse per riunire tutte le correnti moderne della democrazia laica e antifascista. Ad essa parteciparono, attorno ad Amendola, dei giolittiani come Sforza e Salvatorelli, dei rifor~ misti come Ruini, alcuni dei futuri esponenti intellettuali di << Giustizia e Libertà», come Calamandrei, Silvio Trentin e Nello Rosselli e iì futuro capo del partito d'azione, l'ancora studente Ugo La Malfa. Vinse, allora il totalitarismo fascista. Ma, co1ne scriveva Amendola a Turati,. nella lettera di Natale del 1925, ricordata dal Rizzo, la libertà è rinata, per merito, in primo luogo, di coloro che << nel buio della notte testimoniarono per l'esistenza del sole ». L. V. mancati da noi negli ultimi decenni. Ed ogni persona approssimativamente colta, dopo averli letti, e con il sussidio del cinema e di qualche corrispondenza giorna1 libri sull' America, buoni o cattivi, listica, riesce facilmente a persuadersi di superficiali o meditati, non sono certo essere edotta di cose americane non meno [115] Bibloteca Gino Bianco

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