su questo fronte che bisogna combattere; è dall'esito vittorioso di questa carn.. pagna che p1tò derivarrie la rinascita di gran parte del Sud. Patti agrari e giusta causa servono solo per ingannarlo e jJer la propaganda dei partiti· politici. Roma) Aprile 1957. PIETRO SCALF ARI Molte delle considerazioni qui svolte dall'amico Scalfari sono più che giuste ed esprimono il profondo disagio in cui si trova il piccolo e medio imprenditore agrario del Sud. E noi crediamo che piccole e medie imprese, anc_lie borghesi, purchè possano trasferirsi da una posizione per così dire redditiera a una, più attiya, imprenditoriale, siano indispensabili al progresso di una agricoltura moderna; la quale non può e non deve essere sclerotizzata da u1ta mitica, astratta, geometrica costruzione di un mitico, astratto, geometrico si-- sterna di piccole proprietà contadine. Queste e quelle, piccole proprietà contadine e piccole o medie imprese borghesi, possono e devono essere messe in condizioni di operare, rimuovendo gli ostacoli di cui nella lettera riportata si parla. Ma, ce lo consenta l'amico Scalfari, anche la sovrapopolazione rurale è un « mostro »; e la nostra esperienza di esodo rurale dobbiamo viverla anche noi quaggiù, e sarà una esperienza liberatrice, di civiltà. È perciò che i contadini emigrano, che cambiano mestiere, che si inurbano; noi ce ne rallegriamo. È vero, siamo d'accordo con Scalfari, non s0110 i « padroni » a cac• ciarli. Se ne vanno perchè sono richiamati dalla città, vicina o lontana, perchè non possono vivere in troppi sulle terre più assurde, Sll quelle magari che non avevano e non hanno alcuna « vocazione » di essere messe a cultura. E uccidendo il cc mostro » della sovrapopolazione, potrebbe darsi che risultino assai indeboliti gli altri « mostri » e che più facilmente, si potrà liberare da essi l'agricoltura delle più povere regioni del Sud. E non si tratta evidentemente di costruire tante Africa nuove per quante Africo vecchie ci sono. Qui leghiamo, alla risposta che dovevan10 alla lettera dell'amico Scalfari, il consenso che siamo lieti di poter riaffermare con la lettera del Sen. Zanotti Bianco. F. C. \. Gentilissimo Compagna) leggo proprio oggi la replica dell'arnica Ungari alla mia lettera dellv . scorso gennaio. Ovviamente trascuro le gratuite contu1nelie) e il capzioso trasferimen,to [109], Bibloteca Gino Bianco ,, I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==