sui quali l'edilizia circostante esistente non sia in contrasto con le norme · citate, scegliere aree che consentano il rispetto delle dist,anze prescritte da particolari edifici ed installazioni, ecc. Queste ricerche, queste scelte, da quali organismi saranno fatte? E qui non vorrei prestare il fianco a facili osservazioni, poichè è evidente che queste ricerche e scelte sono, in base .alla Legge urbanistica, pertinenza dei comuni, e che lo strumento che le 0bbliga ,sono i piani comunali generali e i piani particolareggiati. Ma possiamo dire che il problema dei piani comunali si sia già risolto? O vogliamo accorgerci che, in fatto di piani · comunali, siamo ancora ai travagliati inizi? Perché non ammettere, allora,. che le aree debbano essere intanto scelte con la urgenza che si richiede,, e dichiarate di pubblica utilità con l'approntamento e l'approvazione del progetto dell'edificio scolastico, come la stessa legge del 15 febbraio 1953 all'art. 10 prevede? Sarebbe certo preferibile che c~ascun comune provvedesse con propri piani generali e particolareggiati ad in,dicare aree e consistenze relative agli edifici scolastici, ma possiamo credere che questo avverrà? Non saranno forse i comuni più progrediti a provv-edersi, e quelli più arretr.ati a restarne privi? È ovvio che da parte mia le risposte a questi quesiti sono implicite; ma io credo che bisogner~bbe finalmente documentarne le risposte, e questo può farsi solo a mezzo di uno studio vero e completo, a livello nazionale,. poiché il problema dell'istruzione non è problema comunale. Quando si pensa che in molti comuni it,aliani si dovranno cercare le aree per le scuole,. ai limiti dei centri tradizionali, o addirittura nel corpo stesso della città> nuovi problemi si profileranno all'orizzonte; e sarà ovvio aggi ungere che, per la scelta e la trasformazione delle aree occorreranno in tali e.asi specialisti, di sicuro affidamento. Lo stesso Ministero della P.I. dovrà ancor:1 intervenire, a mio avviso, tramite i suoi organi periferici di tutela del patrimonio .artistico e storico. Il piano per l'edilizia scolastica potrebbe divenire anche, se fosse ben manovrato, un eccellente strumento per avviare sulla I giusta e sana strada il restauro urbanistico di taluni ambienti tradizionali e storici dei centri urbani, ed ognuno sa qu,anto è desiderabile ed utile fornire nuovi strumenti adatti ad impedire ulteriori guasti irreparabili. Se le aree, ai limiti dei vecchi centri, od all'interno di essi, fossero scelte con intelligenza, ne risulterebbe per legge condizionata l'edilizia circostante, sia nei volumi che nella utilizzazione, e ciò .andrebbe di certo a tutto van- [101] Bibloteca Gino Bianco
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