. dac,ati svolsero la loro funzione nel Mezzogiorno ispirandosi, appunto~ all'esigenza di radicali mutamenti delle strutture meridionali; e ciò comportò una politicizzazione notevolissima della loro tematica e dei loro stessi metodi di lotta, giungendo al punto di trascurare perfino le possibilità offerte, per la conquist.a di un'occupazione, dalla legislazione vigente e ritenute assolutamente secondarie nel quadro dei vasti compiti prefissatisi. In ultima analisi, ciò comportava ancora una spontanea tendenz,a del sindacato a rifugiarsi sotto le grandi ali dei partiti affini, i quaii con ben altra forza, competenza e naturalezza potevano sostenere una così gran parte delle sue richieste; e ciò landava anche a tutto detrimento della formazione di uno spirito sindacale (di classe e di categoria), di cui il Mezzogiorno soffriv1a già gravemente la carenza e di cui era, ed è, inoppugnabile testimonianza l'alta misura della intercambiabilità fra quadri politici e quadri sindacali. Le vicende meridionali degli ultimi anni - col naturale progresso della regione e con il peso determinante dell'intervento statale - non hanno .alterato, sostanzialm·ente, il quadro di queste condizioni di fondo: prevalenza dell'agricoltura, spinta demografica mal contenuta, inferiorità del Mezzogiorno rispetto al Settentrione del paese. Le hanno·, però, rese ancor più complesse, introducendo in esse il lievito di sollecitazioni nuove, di nuove ragioni di crisi, che sono, senz'alcun dubbio, una tappa obbligata, e quindi positiva, nel processo di liberazione e di ammodernamento deìla società meridionale. Per la parte che più strettam·ente riguarda il sindacato, queste nuove sollecitazioni sono in diretto rapporto con i riflessi che esse hanno prodotto nel campo del lavoro. Contrariamente a quel che ci si potrebbe aspettare per una visione superficiale del problema, e proprio in ragione di quanto di positivo si va producendo nella vita del Mezzogiorno, il mercato meridionale del lavoro si va appesantendo sempre piu. Ciò è dovt1to, da un lato, alla crisi ulteriore di alcuni settori tradizionali di attività economica (piccola industria ed artigianato), che battono il passo o, più spesso, regrediscono per il progressivo sempre più ampio inserimento del mercato meridionale nel mercato italiano e per la conseguente impossibilità di tener testa ad operatori piu dinamici, piu moderni e piu potenti; e d'altro lato, alla crescente meccanizzazio11e dell'agricoltura e alla necessità di conversione degli impianti industriali secondo le esigenze del progresso tecnologico, per cui si determinano spostamenti di manodopera che le nuove [8] Bibloteca Gino Bianco
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