Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

nell'ambito di queste due classi, le sottoclassi - rispettivamente - dell'industria delle bevande e di quella dei derivati del petrolio e del carbone si riservano proporzioni dei finanziamenti e degli investimenti notevolmente superiori di quelle tocc.ate ai << nuovi impianti» (delle medesime sottoclassi): precisamente, quella delle bevande assorbe circa 1/6 dei finanziamenti concessi per << ampliamenti» nella classe dell'industria alimentare (contro circa 1/8 nel caso dei << nuovi impianti>>); quella dei derivati ecc. assorbe circa i 2/3 dei finanziamenti per <<ampliamenti>> deliberati in favore dell'industria chimica (contro l'irrisoria proporzione di 1/40, quale si aveva in sede di << nuovi impianti »). In secondo luogo si rileva la mancanza, tra le sette classi elencate nella tabella precedente, delle industrie della cartotecnica e metallurgiche, mentre vi si inseriscono l'industr~a del legno - anch'essa <<tipica» del Mezzogiorno - e quella della categoria poligrafiche ed affini. Per le classi rimanenti si osserva che - pur conservando le rispettive posizioni - una soltanto di esse accresce lievemente la propria partecipazione (l'attività di trasformaz. di minerali non meudlict), mentre le altre la vedono diminuire in varia misur,a. Ancora a proposito dell'industria meccanica si vuole sottolineare il fatto che, all'interno di essa, aumenta l' « importanza » della sottoclasse delle offici·nemeccaniche, che indubbiamente costituiscono tradizionalmente una parte rilevante - dal p.d.v. dell'occupazione di mano d'opera - dell'industria meccanica meridionale. In quanto lal « coefficiente di trasformazione >>(al quale debbono imputarsi le differenze tra le percentuali relative a ciascuna classe, riportate nelle coll. 2 e 3 della tab. 8), si osserva in sede d1 «ampliamenti» un campo di variabilità più ampio di quello riscontrlato nel settore dei <<nuovi impianti». Nelle industrie chimiche ed affini i capitali propri contribuiscono all'investimento di capitali fissi per gli <<ampliamenti>>di questa classe in misura quasi doppia dei capitali di credito ( << coeff. di tr,asf.» == 2,85) (43 ); nelrindustria del legno, viceversa, si registra un apporto di capitali propri in misura inferiore ai 2/3 dell'apporto dei capitali di credito (« coeff. di trasf. » == 1,57). ( 43 ) Peraltro è necessario segnalare che tale << coeff. » risulta dalla composizione di un << coeff. ~ estremamente elevato, nella sottoclasse dei derivati del petrolio, (3,95) e di un << coeff. » minimo, in quella dell'industria chimica propriamente detta (1,42). [97] Bibloteca Gino Bianco

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