I capitali propri è infatti minima nel settore dei trasporti ( « coefficiente di trasformazione>> == 1,31) e massima nelle industrie man,ifatturiere (« coeffjc. di trasf. » == 1,96): seguono, nel diverso ordine sopra indicato, gli altri settori con << coefficienti >>che oscillano tra 1,82 ed 1,34. Da notare, in proposito, che per i settori dell'energia elettrica ·e delle cave e miniere si presentano « coefficienti >>inferiori agli analoghi <<coefficienti >> registrati nel caso dei <<nuovi impianti>> (32 ); contrariamente ,a quanto si è osservato - giustificatamente - per i dati sui « nuovi impianti >> e sugli << ampliamenti >> considerati in com_p(lesso(v. retro, par. 8). È probabile tuttavia che ciò vada ascritto principalmente allo sc,arsonumero di casi che, in questi due settori, si hanno relativamente ai « nuovi impianti». Si è già accennato ai motivi per cui, trattandosi di <<ampliamenti», è scarsamente significativo confrontare il fabbisogno di capitali circolanti agli investimenti fissi: tuttavia appare degno di particolare segnalazione il caso della costruzione ed z·nsttdlazionedi impianti, in cui il capitale circolante ammonta ad un importo di quasi 5 volte maggiore del fabbisogno di capitali fissi. Relativamente notevole è anche il' caso del settore dei trasporti? in cui il ~apitale circolante raggiunge una somma superiore del 13% a quella degli investimenti fissi (e ciò spiega perchè, in ,base alla col. 4 della tabella precedente, questo settore dovrebbe essere collocato al quarto posto anzichè al sesto). Poichè i due settori in parola possono considerarsi adeguatamente rappresen~ati - avendosi 16 casi per il primo e 15 per il secondo , - sembra che il fatto possa interpretarsi come una probante conferma della importanza, almeno in determinati settori, di tener presente le necessità di immobilizzazioni a breve, e non soltanto di quelle a medio e lungo termine, richieste da un processo di ampliamento delle strutture industriali. In media, l'importo massimo dei finanziamenti per ampliamento si ha nel settore delle cave e miniere (con 124 milioni di lire), seguito dalle industrie manifatturiere (81 milioni), dall'energia elettrica ecc. (32 milioni), dalle attività varie (21 milioni), mentre gli altri due settori presentano l'importo medio per ampliamento minimo (8 milioni di lire). È ancora interessante osservare che le industrie manifatturiere, pur mantenendo il primato sugli altri settori per ciò che concerne l'occupazio- ( 32 ) Rispettivamente, 1,69 contro 1,78 e 1,82 contro 2,10. [88] Bibloteca Gino Bianco
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