Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

della casa, i mobili, i quadri, i libri, gli arredi. Poveri esseri che amavano procedere con somma umiltà fra la gente gaia e fiduciosa della nuova Italia, ma che pure, a una mancanza di riguardo, sapevano levare fieramente la testa, fulminare con uno sg uardo corrucciato l'offensore, e ricordargli orgogliosamente la loro discendenza, tort uosa• niente indiretta, da un maestrante di Siviglia o da un cavaliere di Calatrava ... >. Nel « Sogno di un bibliofilo » - che è anch'esso tra le cose più felici di Doria - l'ambientazione è fantastica (onirica, per essere più esatti), ma anche qui una minuta, gustosa erudizione accompagna e sorregge il racconto in una sorta di contrappunto. E nella atmosfera da « viaggio sentimentale n in cui si svolge il sogno, i suggerimenti e i ricordi letterari si incrociano con una varia gamma di reminiscenze e suggestioni pittoriche. Si pensi a quelle « sfarfallanti cameriste, candide di grembiuli e di cuffiette, alacerrime nel servizio », che allietano il pasto ai due bibliofili ed alla loro nobilissima ospite; alla presenza dell'editore Ricciardi, la cui figura trasmigra dalla composta dignità iberica di un gentiluomo dipinto dal Greco alla repentina arguzia di uno schizzo del Daumier; al gusto di arazzo settecentesco che domina tutti gli « interni » del sogno, e soprattutto quella tavola colma di favolose preziosità gastronomiche ... Un'antica ed affettuosa consuetudine con i libri si è trasformata in arte, sotto i nostri occhi. Un erudito come Gino Doria non potrebbe attendersi~ da un suo libro, premio maggiore. NELLO AJELLO [69] Bibloteca Gino Bianco

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