altrettanta improvvisazione. Vanno ricordate le conferenze sul problema di Trieste, organizzate in contraddittorio coi fascisti, a quell'epoca non ancora « atlantici », e che si risolvevano in gare di nazionalismo: « Noi abbiamo sempre difesa l'Italia e perciò siamo i veri patrioti ». cc No, i veri patrioti siamo noi perchè voi non avete votato contro il patto atlantico » ( ~l dialogo riportato si svolse fra elementi qualificati in un dibattito che ebbe luogo nella sede della Lega delle Cooperative del maggio 1953). Nell'anno scolastico successivo le cose andarono ancora peggio: i giornali di istituto diminuirono di numero e non subirono mutamenti di contenuto, sia per l'impreparazione di chi li faceva, sia per l'influenza esercitata dal Consiglio Nazionale degli studenti medi, ente fantasma con sede in Roma. L'Ente venne inventato da Romano Ledda, l'esperto comunista in campo studentesco, per dirigere dall'alto i giornali di istituto. Durante le riunioni del C.N.S.M. benchè i presenti fossero quasi tutti comunisti (c'era solo qualcl1e socialista) era proi,bito chiamarsi compagno,, ,per darla a bere non si sa bene a chi. Gli interventi consistevano nell'elencazione che ciascuno faceva delle proprie imprese ( << due giornali a ciclostile, uno a stampa, tre balletti. .. »), e la riunione si concludeva con l'intervento dei dirigenti nazionali, che ribadivano la necessità di una lotta ad oltranza per il voto palese. Nell'aprile del 1954 si tenne a Bologna un Convegno Nazionale dei giornali di istituto, di cui la sta1npa parlò ampiamente, e che dette l'esatta misura degli stu•denti comunisti. Nei primi due giorni del Congersso due· studenti milanesi vicini all'UGI furono, anche per loro errori tattici, fischiati ... dall'Assemblea, ed i loro interventi furono fatti segno alla più risoluta ostilità. La seconda notte dei lavori Romano Ledda temette che il convegno potesse venir qualificato dalla stampa come comunista, e allora « accolse le vedute » degli studenti milanesi, e li portò alla presidenza. Nessuno obiettò, nelle mozioni finali si parlò molto di autonomia, e tutti vennero via da Bologna sentendosi fieramente autonomi, senza sapere bene da chi. · Altra preoccupazione ende1nica degli stu·denti comunisti m·edi e universitari erano le manifestazioni per Trieste; e in questo campo la generale inettitttdine atti.nse accenti epici. In occasione delle manifestazioni del novem-. 'bre 1954, la parola d'ordine fu: « non aderire allo sciopero, ma, una volta che esso sia riuscito, trasformarlo in senso anti-americano ». E di fatto gli studenti comunisti, agnostici al momento dell'organizzazione dello sciopero, entravano in azione soltanto più tardi, quando si trattava di « trasformarlo ». Venivano distribuiti volantini « antiatlantici », si tentava di rompere i vetri ai consolati degli Stati Uniti e d'Inghilterra, spesso senza molto successo. Il rapporto Krusciov e i fatti d'Ungheria misero in crisi l'intero movimento, gettando insieme le basi per una revisione critica del passato e per la impostazione di una nuova politica. AI circolo Curiel-Vomero un buon grup- [62] Bibloteca Gino Bianco
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