pocotta, Montagna, Piccioni e Pavone ») si passava al capitolo « gli ideali dei giovani comunisti », i cui paragrafi erano: « Eroismo, tenacia, costanza dimostrata dai giovani comunisti in lotta per l'indipendenza. Donde ci viene questo coraggio? Questa tenacia? » La risposta era: « nella certezza della conquista della Società Socialista che è una Realtà scientifica ». L'enumerazione dei temi politici continuava così: << Esempio dell'URSS, della Cina, delle Democrazie popolari (I 16 mila giovani del Komsomol che sono partiti volontari per dissodare le terre del Kazaks tan) » • Gli altri movimenti politici erano sbrigativamente liquidati, in tali schemi orato,ri: « La G.I1-\C.: Ras5egnazione, Abbandono, Sfi,ducia. Il M.S.I.: Dittatura, Guerre, Violenze, Vuota retorica patriottarda. Il P.N.M.: Romanticismi sul passato, Demagogia, Speculazione sulla fame, Corruzione. La D.C.: Rimanere allo stato attuale. Prospettiva di com·battere uina nuova guerra in una Legio11estraniera (C.E.D.). Emigrazione ». Mancava ogni accenno alle situazioni locali. Una volta sola la F.G.C.N. fece un b'lan,do tentativo di avvicinarsi alla realtà napoletana e, allora, nacque la campagna dei 15 mila giovani apprend·isti nelle fabbriche. Il segretario regionale del P.C.I., Cacciapuoti, al Congresso provinciale del, giugno 1954, aveva lanciato lo slogan per « 100 mila operai occl1pati a Napoli ». Il segretario provinciale della federazione giovanile colse la occasione per invocare che, dei 100 mila, 15 mila fossero giovani. La modestia di tale cifra va evidentemente attribuita ad un comprensibile rispetto delle g·erarchie. La cosa restò ferma fino al febbraio del 1955, quando, dopo la emanazione della legge Rapelli sull'apprendistato, si cercò di far divenire lo· sloga1z direttiva di lotta. Si cominciò con l'affermare che la legge obbligava i datori di lavoro ad assumere apprendisti, mentre sulla stampa più seria del Partito, ad esempio Incontri - Oggi, si era criticata la legge apputo per la mancanza di una norma che prevedesse imponibili di apprendisti. Con questa confusione di idee nei dirigenti provinciali, è facile immaginare le deformazio11i con cui la legge arrivò nelle sezioni. Dopo di che, affermato che nelle - fabbriche napoletane mancano i giovani (affermazione gratuita: si consideri,. ad esempio, il settore vetro), furono ciclostilati dei moduli di domanda, in cui ... il sottoscritto chiedeva di essere assunto come apprendista, senza indagare se la fabbrica avesse o no bisogno di assumere nuova manodopera. Il movi1nento, come era prevedibile, non raggiunse alcun risultato, poichè l'iter logico della assunzione di manodopera giovanile comincia dall'istituzione di scuole professionali, mentre coloro che chiedevano di essere assunti erano quasi tutti p,rivi di qualifica. Cosi, su circa 100 domande raccolte nel rione di Mercato, un solo giovane aveva frequentato Ia seconda avviamento, mentre gran parte dei p•resentatori non aveva neppure la licenza elementare. Oltre che per l'errata impostazione data a tale campagna (il cui obiettivo [60] Bibloteca Gino Bianco
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