Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

La proposta di legge che, per brevità, abbiamo chiamato piano Fanfani- .scuola, reca i,n realtà le firme, oltre che dell'on. Fanfani, anche -degli on.li Piccioni e Rumor, ed ha per titolo: « Provvedimenti per consentire ai capaci e meritevoli di raggiungere i gradi più alti negli studi ». Obiettivo, quest'·ultimo, che deve venir approvato senza esitazio1ne; ma vediamo attraverso quali concrete iniziative i tre proponenti si ripromettono di conseguirlo. Anzitutto vanno esaminate le considerazioni preliminari da cui il progetto prende le mosse: la po,vertà di scuole di cui soffre il nostro Paese, le modeste possibilità da parte dello Stato di risolvere entro breve tempo i problemi connessi 'alla c0struzione ed all'organizzazione di nuove scuole, la conseguente impossibilità, per mig1iaia e migliaia di ragazzi, anche intelligenti e diligenti, di prosegui-re gli studi oltre le elementari. Ancora 6.600 comu,ni italiani sono privi di scuole superiori: cc Ciò significa », osserva Mondo Economico in una nota di commento al piano Fanfani-scuola, << eh-e a più ,di metà ·degli .italiani è praticamente negata la facoltà di salire ai maggiori livelli di istruzione e -di partecipare di conseguenza alla formazio,ne della •classe dirigente ». L'on. Fanfani e gli altri ,due proponenti il progetto di legge ritengono di porre almeno un i~iziale rip,aro a tale stato di co•semediante l'istituzione di, 5.000 borse di studio annuali (di cui 3.000 per le scuole secondarie inferiori e 2.000 per quelle superiori) da assegnare mediante concorso ad altrett,a,nti alunni appartenenti a famiglie disagiate, cioè con red-dito familiare inferiore a quello esente ai fini della complementare. Requisito indispensabi,le per usufruire ·di tali borse di studio è il merito, cioè un adeguato ·punteggio che permetta. ai candidati di partecipare ai concorsi, indetti 1provincia per provincia. L'ammontare delle borse sarebbe di 140.000 lire annue per gli studenti ·delle scuole inferiori e di 240.000 per quelli delle scuole superiori; tali somme ·dovrebbero assicurare agli alunni vincitori il soggio,rno di 9 mesi fuori di casa, in una 1 località fornita ,del tipo di scuola cui essi aspirano. La spesa annua di base sarebbe di ·900 milioni, destinata a crescere di anno in anno. Supponendo che nessuno dei 5.000 ·borsisti decadesse, si arriverebbe nel 1966-'67 ad una spesa massi.ma di 7 miliardi e 200 milioni. E, supp·onendo che 2.000 borsisti avessero merito e possibilità per proseguire negli stu•di universitari, nel 1971-'72 si arriverebbe ad un livello di 11,4 milioni, corrispondenti a 40.000 borse ,per scuole secondarie e 12.000 per l'Università. Fin qui il piano Fanfani-scuola. Già preso in esame dalla VI Commissione .della Camera, esso sarà por_tato al Parlamento, ed è sperabile che ivi i problemi economico-scolastici ad esso connessi vengano dibattuti con la maggiore ponderazione. Infatti, le più comuni ed istintive osservazioni al piano Fanfani- .scuola sono state, fino ad oggi, di questo tipo: « Ha senso dar borse di studio ·a dei rag·azzi perchè vadano a frequentare, lontano dai loro paesi, delle scuole che sono e diventeranno sempre più insufficienti al fabbisogno? Non sarebbe [52] Bibloteca Gino Bianco

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