Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

che è lo Stato. Ma questo sovvenziona soltanto il teatro delle imprese capocomicali, non quello degli « amatori », che, piuttosto, andreb·bero chiamati consetvatori del teatro. Se la collettività offrisse un aiuto a questi fedeli del teatro, come faceva i1 l vecchio Dop,olavoro - al quale si ,deve l'apertura di migliaia di sale ancora esistenti e si deve ,l'incremento dato alle filo,drammatiche, allora molto più numerose che oggi - di colpo i cento maggiori centri• volontari italiani verreb·bero ad assolvere la stessa funzione dei cento teatri municipali tedeschi, destinati, appunto, a coltivare i, talenti giovani locali, per le p.rove decisive nelle grandi città. No•n è fenomeno soltanto economico, la decadenza della Prosa. Difatti lo spettacolo di varietà e quello sportivo prosperano. Si tratta, per la prosa, di un fenomeno sociale: crisi della cultura, carenza di tendenze nobili presso le classi più abbienti (quelle meno ricche, ormai, accorrono alle filodrammatiche, costituenti il grosso del teatro nazion.ale •di commedia). Il pro·blema eco·nomico del teatro nobi~e diventa problema so,ciale. Le imprese teatrali sono in bancarotta. Ogni compagnia perde 20 o 30 milioni l'an,no. Non ·patiscono cleficit soltanto le singole persone che vivono ai margini del teatro, perchè una particella dei fondi, passando, resta attaccata ai « collaboratorii ». Non parliamo della vasta papp·atoia ,}irica, amministrativamente camuffabile ·date le enormi cifre che vi si profondo 1no. Ainche la lirica è in crisi, ora, per il taglio dei fo,ndi. La sempre crescente crisi del teatro drammatico è caus·ata da fattori diversi cl1e convergono alla sua rovina: come nella lirica, l'eccesso di paga dei comici e dei registi; il sistema iniquo de11esovvenzioni, come « rientro » preniio proporzionato al merito commerciale e non a quello artistico; lo strozzinaggio praticato, con incredibile fantasia di « voci » e con falsi,fìcazione di documenti, da molti gestori di s.ale private e pubbliche; la Censura asfissiante; l'im•posizione di opere italiane purchessiano. Nè parliamo della concorrenza del cinema con ·spettacoli a cento lire contro le duemila ·del teatro, giacchè a Parigi e in Spagna il teatro offre recite teatrali agli stessi prezzi del ci,nema (gli attort, i collaboratori e i fornitori contentandosi ,di p,oco). Questi prezzi potrebbero praticarli da noi le Cooperative, purchè vi aderissero anche i tecnici. Il problema degli attori, cioè le ·loro pretese di ruoli e di paghe (il fatto di amare non il teatro, m.a se stessi nel teatro, come Stanislawsky disting11eva); i grilli che hanno per la testa i giovaJni commedianti, e l'egoismo dei tecnici che si rifiutano di partecipare alle co1 mpagnie in Sociale, pretendendo che gli attori lavorino anzitutto per loro,, e li paghino: sono questi fra i maggiori guai che impedisco·no ogni forma di sicurezza del teatro. Nelle Sociali si vedrebbe ciò cl1e i recitanti sono capaci di guadagnarsi e si controllere 1 b,be il loro preteso [46] Biblotéca Gino Bianco I

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