Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

110n da immagini: esso resta, dunque, il principale mezzo di comunicazione sociale. Tuttavia il Bollettino della Società degli Autori rende noti alcuni dati statistici sull'andamento del teatro, che, purtroppo, « continua a mantenere inalterata la tendenza al ribasso, anzi, per talune forme, questa si aocentua notevoln1ente ». Infatti, le rappresentazioni diminuiscono del 2, 7%, la frequenza del pubblico del 9,1%, e la spesa del 3,4%. Ma quello che impressiona - continua 1a relazione della SIAE - è che tali crescenti di1ninuzioni colpiscono l'attività delle compagnie ,primarie, che - a rigore - dovreblbero rappresentare la forza, l'attrazione pri,ncipale del teatro. Per compagnie professionali il calo che si registra nei pri1ni nove mesi del '55, rispetto al '54, è « impessionante » : circa 2.000 rappresentazioni in meno; una contrazione nella vendita dei biglietti del 19%, cui fa riscontro una flessione del 7,7% nella spesa del pubblico. In pari tempo le recite filodrammatiche sono triplicate, sicchè il teatro più importante, che paga tasse erariali più abbondanti, è oggi quello degli amatori. Al teatro professionale nemmeno l'aumento dei prezzi medi è servito a compensare la falcidia delle presenze. La forza vitale del teatro, anche di fronte alla concorrenza di cinema e '1"'.V., è fortissima, nella sostanza; si manifesta nel settore dei dilettanti. Da anni i competenti sostengono, con cifre alla mano, che il numero dei co1nplessi di amatori e la somma delle recite annue, nonchè la cifra degli incassi globali delle filodrammatiche, è assai superiore al numero di recite e alìa cifra di incassi dello striminzito teatro drammatico. Lo St1atoriceve dalle scene dilettanti un introito di tassa erariale molte volte superiore a quello del teatro professionista, al quale, pure, dedica cinquecento milioni annui di sovvenzione, senza contare i, milio,ni elargiti per favoritismo politico attinti da fondi segreti. Ai dilettanti, invece, notoriamente, lo Stato non dà un soldo. I fatti esposti, che riflettono un fenomeno sociale rilevante e un segno del costume, sono dopotutto consolanti. Il cinema e la T.V., arti meccaniche, non soddisfano i bisogni dello spirito: in contrapposto il teatro è caro coi prezzi a duemila lire 'la poltrona; per q_uesto il pubblico si rivolge al teatro dei ,dilettanti e lo incoraggia. Le recite filodrammatiche dei concorsi di Pesaro e di Reggio Emilia, dove si presentano le migliori piccole scene, dopo recite eliminatorie regionali, sono assai spesso all'altezza di quelle dei comici pirofessionisti, come modernità •di recitazione e come messinscena. A causa della evoluzione dei teatri dilettantistici - che hanno una Associazione Internazionale, molto affiatata, con sede a Bruxelles - nei conveg1:1inazionali e nei Congressi dell'U,nesco si dicono 1nolte cose che oggi anche i non specializzati [43] Bibloteca Gino Bianco

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