- tecnici o umanisti - sono stati sempre costretti a partire (cfr. Nord e SudT n. 25, pp. 31-38) la so,cietà povera diventava ancora più povera. Meno intelligenze voleva dire necessariamente meno iniziativa nel Sud, meno sviluppo delle industrie meridionali, meno ammodernamento delle strutture economi-- che e sociali, peggiore amministrazione e classe dirigente mediocre. Questo, che per decenni è accaduto nell'ambito del rapporto Nord-Sud. in Italia, comincia adesso ad avvenire nell'ambito del rapporto tra l'Italia ed i paesi più progrediti. La rivoluzio.ne scientifica degli ultimi vent'anni e la rivoluzione della tecnica che ne è derivata e che oiù ancora ne deriverà hanno· - reso addirittura vertiginosi certi processi. Le strutture sociali, è una verità ovvia, sono sempre in ritardo di una rivoluzione: perfino quelle di un paesecome gli Stati U·niti sono state colte alla sprovvista, negli anni tra il 1946 e il 1955, dalla rivoluzione scientifica e da quella tecnica. La fame di tecnici della società contemporanea è aumentata Ìn proporzione enorme: e ciò ha accresciuto, geometricamente, il potere di attrazione dei paesi più ricchi, tecnicamente più progrediti,, tali cioè da offrire agli individui che si occupino di certi studi e di certe ricerche maggiori possibilità di compiere i loro studi, di qualificarsi, di essere valorizzati e di condurre avanti le loro ricerche. L'Italia che non è tra questi paesi più progrediti tecnicamente, che non ha strutture idonee, si sta perciò più che mai meridionalizzando. Le « intelligenze >>' emigrano: ma è la società italiana che le espelle. I Noi poggiamo l'orecchio sul suolo per ascoltare il galoppo dei cavalli, come i pellerossa; e intorno· a noi adoperano il radar. Noi ci commoviamo per le doti di sobrietà e di diligenza del tale, giovane di belle speranze, o del tal'altro, ragazzo in gamba, quando non ammiriamo anche la disinvoltura dei furbi e lo zelo dei raccomandati. Noi prendiamo in alta considerazione solo le discipline di tipo tradizionale, sottovalutando invece e ancora quelle attività intellettuali, nuove) del cui apporto la società moderna si è arricchita e potenziata. Noi non ci curiamo di selezionare dalla più ampia base possibile delle annuali, potenziali leve di classe dirigente gli elementi più degni di essere messi subito nella con,dizione di qualificarsi. Noi non ci rendiamo conto del fatto che i giovani intellettuali devono essere valorizzati e utilizzati nel solo m·odo serio e concreto: cc the right mari in the right place »; dove per cc uomo adatto » deve intendersi anche l'esponente di questa o quella professione nuo• va, di ricerca, alla quale si dovrebbe concedere adeguato riconoscimento; e per cc posto adatto » deve intendersi anche questa o quella funzione nuova, della quale a torto ci si illude di poter fare a meno. Non ci si può meravigliare dunque dell'esodo delle intelligenze. La società italiana sembra ossificata, pietrificata. Colonnetti l'ha ricordato molto bene: « chi si permette di attribuire duecentomila lire lorde ad un direttore dì ricerche - impegnato, badate bene, a dare all'istituto tutta la sua attività [40] Bibloteca Gino Bianco
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