Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

fondare l'azione meridionalist,a su una adeguata cognizione della storia. e delle strutture etico-politiche ed economico-sociali del Mezzogiorno. Co-- me tale, la nostra polemica col frontismo è stata, ed è, innanzi tutto, poiemica con l'interpretazione gramsciana della lotta politica meridion,ale e con gli schemi culturali e politici del marx-leninismo dai quali quella in... terpretazione traeva forza e ragion d'essere. Anche oggi ci sem·bra di poter affermare che la crisi della politica delle sinistre, proprio in quella parte d'Italia, il Mezzogiorno, dove sembrava raccogliere più clamorosi successi, al di là delle immediate vicende elettorali, è la crisi di una cultura politica e di una particolare interpretazione storica delle vicende del nostro paese e della questione meridionale. Sarà indicativo notare, ad esempio, la sterilità del recente convegno meridionale della C.G.I.L., che, stretta ancora negli schemi gramsciani, si è dovuta limitare ad elencare a Bagnoli una serie di dis.articolate rivendicazioni in una scialba adunata - minimizzata persino dall'Unità e dall'Avanti! - e disert.ata dai più moderni esponenti di quel sindacato, da Foa a Lombardi a Giolitti. Solo Gatto sembra avvertire con compiuta chiarezza, sia pur con argomentazioni che non condividiamo, che il tema centrale di una nuova politica popolare nel Mezzogiorno è, prima ancora del superamento del frontismo, il superamento delle tesi gramsciane. Fino a che punto tale necessità sia presente, se non nella 'base perlomeno ai vertici del P.S.I., ce lo dovrebbe dire il preannunciato convegno meridionale, che non potrà evitare, pena la sua inutilità, lo scoglio dell'attuale validità delle tesi politiche gramsciane. Sulla strada di un rinnovamento dell'azione meridionalista del P.S.I. non abbiamo trovato, per ora, che un fatto politico ancora troppo episodico: le dimissioni dell'On. De Martino dalla direzione di CronacheMeridional,i; il cui rilievo perlaltro trae nuove ragioni, oltre che da quanto al)- biamo detto in principio di quest'articolo, dalla crescente importanza cl1e la figura del parlamentare napoletano è venuta acquistando in seno alle gerarchie n~zionali del P.S.I. Come è noto, all'ascesa gerarchica ha corrisposto nel De Martino, un parallelo distacco dalle più antiche convinzio.ni frontiste, che avevano fatto di lui uno dei più scoperti sostenitori dell'unità d'azione social-comunista. Già un po' prima del congresso, ma specialmente a Venezia, lo si è visto sostanzialmente allineato sulla linea revisionistica [37] . Bibloteca Gino Bianco

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