loro ispirazione, sostanzialmente diverse da quelle del gruppo dei pi-O coerenti frontisti. D',altra parte neppure gli ultimi alfieri del frontismo meridionale sostengono sempre con sincera franchezza le proprie tesi, ma talora le occultano fra affermazioni volutamente fumose. Francesco Cacciatore ed Ida Alfano hanno almeno il pregio della franchezza, quando affermano, come fa il primo, che fra P.C.I. e P.S.I. vi è << una piattaforma comu11e ed una identità di vedute sui problemi meridionali >> o, fingen~o di non capire « in .che cosa il frontismo a1 bbia errato», denunciano, come fa la seconda, il pericolo che nel Sud, nello schieramento democratico italiano si apra una ·breccia attraverso la quale la reazione possa insinuarsi. Posizioni frontiste inoltre sostengono sul piano politico generale tanto i due leaders socialisti della Assemblea Regionale siciliana, Franchina e Taormina, quanto _il delegato Marino di Trapani. Solo negli interventi degli Onn. Guadalupi di Brindisi e Sansone di Napoli la critica all'azione svolta dal Movimento per la Rinascita assume una effettiva consapevolezza politica. Il primo di essi riconosce che i problemi della classe lavoratrice meridionale « sono stati sin qui affrontati con insufficienti risultati dal Comitato della Rinascita >> e ravvisa << la esigenza di una nuova piattaforma politica per la rinascita del Sud », connessa alla necessità di un rinnovamento del gruppo dirigente del P.S.I. per portare in porto con successo la politica dell'unità socialista. Il secondo, a sua volta, riconosciuta la sostanziale positività dell'azione di riforma svolta dai governi democratici nel Mezzogiorno, e concesso appena un generico omaggio all'attività del Movimento di Rinascita, << utile nel passato», richiama il P.S.I. alla necessità di << studiare il problema meridionale per foggiarsi gli strumenti adatti per potersi presentare come il partito del rinnovamento economico e sociale del Mezzogiorno ». Alle posizioni di costoro va infine assimilata quella del delegato di Reggio Calabria, Musolino, che, postulando nuovi indirizzi programmatici, indica l'esigenza, per il P.S.I., di impostare nel Mezzogiorno una politica di alleanza con il ceto medio. Se tiriamo le fila del lungo discorso che siamo andati fin qui facendo, le conclusioni che si possono trarre per rispondere alla domand.a postaci in [35] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==