Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

ordine allo stesso argomento, nei documenti preparati per il congresso ro- · 1nano del P.C.I., tutto ciò dimostrava, indub·biamente, che il P.S.I., lasciato il campo delle prolisse e inconcludenti rivendicazioni, scendeva sul più solido terreno di indicazioni concrete e realizzabili. A loro volta, però, i documenti del P.S.I. non ,andavano immuni da una certa genericità (tanto nella parte critica quanto in quella programmatica) che, deprecabile anche per un partito di maggioranza tenuto a delineare le direttive sulle quali far proseguire una politica già in parte avviata, lo è an,cor più per un partito di minoranza, postulante, intorno alle proprie tesi, un rovesciamento dell'equilibrio politico. E ci sem.bra, in sostanza, che concordi con questo nostro giudizio l'esigenza, successivamente manifestatasi nelle stesse file socialiste, di indire un apposito convegno per delineare in maniera più ,articolata il programma di una politica per il Mezzogiorno. Su tali 1 basi, dunque, prendeva l'avvio la discussione precongressuale, sul -doppio binario degli interventi della Tribuna precongressuale dell'Avanti! e delle mozioni dei congressi provinciali del partito. Su una cinquantina circa di interventi minori sulle colonne dell'Avanti! dovuti a militanti meridionali, le posizioni frontiste e quelle autonomiste, in linea di massima, sembravano, attr,averso varie sfumature, equivalersi. Si trattava, in genere, di contributi nei quali, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare e secondo quanto era notato in uno di essi - quello di A. Arcomanno -, la discussione sui problemi del Sud era asso1 utamente episodica e marginale, vertendo essa di preferenza sui grandi temi nazionali dell'unificazione e dei rapporti con i comunisti. Facevano, tuttavia, eccezione alcuni interventi, come quelli di I. Alfano, di Salerno, di A. Mangiacapra, di Caserta, e di V. Grieco di Potenza. Questi ultimi due erano entrambi centrati su di una valutazione largamente positiva della passata politica del partito. Mentre, tuttavia, il Grieco prospettava un,a sostanziale continuazione della « linea meridionalistica del partito, nei suoi fondamentali orientamenti antiriformistici >>, il Manciacapra poneva l'esigenza di trasformare e rendere più dinamico ed aperto quel Movimento per la Rinascita che della politica meridionale del P.S.I. negli anni passati era stato cardine e fondamento. Più ostinata di tutti nella asserita necessità di collaborare con i comunisti appariva, infine, la Alfano, che pur ammetteva la possi1 bilità di una feconda azione legislativa per un serio avvio a soluzione dei problemi meridionali. [26] Bibloteca Gino Bianco

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