Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

come quota complessiva d'emigrazione dal Sud ai paesi transalpini e transoceanici, si riversasse anch'essa alle porte di Torino? Perciò, proprio perciò, si è fatto anche cenno a una esigenza di dirottare e di inoltrare, da Torino e da altre città cisalpine, quelle troppo sen,sibili eccedenze che potrebbero di volta in volta verificarsi rispetto alla immigrazione assimilabile annualmente da questa o quella città. Noi le dirotteremo queste eccedenze quando tutte le destinazioni nazionali saranno aperte ai nostri emigranti. Oggi, con le leggi di marca fascista non ancora abrogate, sull'urbanesimo e la mobilità della mano d'opera, noi non conseguiamo altro risultato che quello di infittire poche correnti, dirette verso le città più popolose; dobbiamo invece pluralizzare le destinazioni di queste correnti, diluire le più fitte per una rete di canali, diretti verso i numerosi centri m1edi e minori che possono assimilare piccole quote di immigrati, le quali, sommate, darebbero un grande totale; perchè chi deve scegliere fra clandestino a Torjno o clandestino a Vercelli si dirige senza esitare a Torino, dove potrà sempre sfuggire più facilmente alle maglie della assurda legge, dove potrà più facilmente procurarsi i titoli legali; ma chi può recarsi dove vuole, legalmente, sul territorio del proprio paese, andrà là dove, essendo occupata prioritariamente tutta la mano d'opera locale, c'è possibilità di trovare effettivamente lavoro al più presto possibile. Anche per questo, contro tutti i privilegi sindacali, si è chiesta con tanta insistenza l'abrogazione delle leggi che Einaudi accusava di ricostituire la servitù della gleba. Ma non basta il dirottamento, forse. Cosa si intende quando si parla di inoltrare una certa quota di immigrati meridionali? Se oggi Torino, Milano o Genova sono, per così dire, le capitali della immigrazione interna, esse possono diventare le capitali dell'emigrazione transalpina, che tende a crescere d'importanza da che l'Europa ha vinto la battaglia della piena occupazione; possono diventare cioè i centri di reclutamento e qualificazione per la Francia, la Svizzera, la Germania, il Belgio, la stessa Gran Bretagna. Costa certo meno affidare alla V manitaria il reclutamento e la qualificazione di emigranti per la Rrancia, la Svizzera e la Germania - agendo cioè lungo la corrente, quando essa è fitta - che non affidare questi compiti ad un Ente di Riforma che dovrebbe istituire costosi ,corsi, dall'esito incerto, in numerosi paesi, quando la corrente sta per formarsi, attraverso numerosi rivoli che non sono organizzabili e nemmeno individuabili. E sarà sempre più fa- [21] Bibloteca Gino Bianco • I

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