Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

~peciaìi », delle quali, per fortuna, salvo il caso di Roma, non si sente parlare più con tanta insistenza. Si parla invece di rilancio della Cassa e dell'industrializzazio1:1e,di rilancio di quella costosa politica di sviluppo del Mezzogiorno, a proposito della quale pure si è fatto cenno, sembra, a leggi di privilegio in generale e a inefficacia nel frenare l' « invasione » dei meridionali in particolare. Se il riferimento al privilegio poteva avere qualche fondamento quando si trattava territorialmente di << leggi speciali», non ne ha nessuno quando si parla di investimenti pubblici, riforma agraria, industrializzazione del Sud. Anzitt1tto perchè qui siamo veramente nel campo di quella politica che abbiamo auspicato, definendola: politica coordinata per settori. Soprattutto perchè questi, della preindustrializzazione e della industrializzazione, come preciseremo meglio, sono strumenti fondamentali al fi·nedi regolare, al di là delle stesse scadenze fissate dallo Schema Vanoni, l'ampiezza e il ritmo dell'esodo rurale; per tacere poi di tutte le altre note .. argomentazioni che militano a favore di uno sforzo di tutto il paese per cancellare i confini che separano le due Italie. A proposito di queste leggi, da quelle della riforma agraria a quelle della industrializzazione, non si può parlare dunque di privilegio. Si può parlare di inefficacia? Almeno nel senso di non essere leggi idonee a frenare l'esodo dalle campagne del Sud? Risponderemmo no alla prima domanda, sì alla seconda. O meglio non crediamo che si possa misurare l'efficacia di queste leggi dalla loro capacità di freno dell'esodo rurale in un primo ciclo di anni. Quei settentrionali che pretendono di impugnare l'efficacia delle leggi di riforma agraria e di industrializzazione con l'argomento della loro incapacità immediata di frenare l'esodo rurale, assomigliano a quei meridionali che dal canto loro contestano l'efficacia delle stesse leggi con l'argomento che un'alta quota, quasi la metà, della spesa pu,b,blicarehequeste leggi comportano si risolve in acquisti sul mercato del Nord. Non si deve prescindere allora da due fondamentali considerazioni: 1) per un verso gli investimenti pubblici, nella misura in cui promuovono· parte del bracciantato a manovalanza, non possono agire come freno, ma agiscono anzi come acceleratori degli spostamenti dalla campagna alla città; 2) fino a quando non vi sarà la città meridionale capace di intercettare tutta l'eccedenza di questi spostamenti, la città settentrionale non potrà contare· su alcun freno per allentare la pressione dell'esodo rurale dal Sud. Di qui [18] Bibloteca Gino Bianco , '

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