·gli intellettuali di poter rompere la loro -condizione di « isolati », inserendosi sullo slancio di un'ondata rivoluzionaria del popolo e delle classi più sacrificate. Per Orecchio, l'intellettuale reca entro sè un limite invalicabile: il limite di una .classe e di una cultura, entrambe borghesi. È questo il limite che gli impedisce di es- ·sere un vero proletario ed un vero rivo1uzionario. Rispetto alla classe operaia egli resta un isolato, che può essere da questa utilizzato nel suo assalto alla cittadella .dello Stato borghese; nulla più. La fede, il coraggio individuale, lo spirito di sacrificio non contano: e del resto, nel personaggio di questo racconto, sono attributi che si esprimono con qualche -stranezza. Giustificato, quindi, un certo generale sospetto per l'intellettuale bor- _ghese: egli viene sempre da file nemiche. Perciò Giuseppe, allorché si troverà so- -spettato dai compagni come delatore, non ·si difenderà come qualsiasi altro uomo si ·sarebbe difeso: egli sentirà oscuramente di meritarsi la diffidenza e l'ostilità, pur -se innocente. Avvertirà di recare entro di sé le colpe della sua gioventù e quelle della << classe » da cui proviene e da cui ha tratto certe incancellabili caratteristiche. Un solo modo gli resta per dimo- -strare la sua dignità d'uomo e di combattente: espiare alla prima occasione. E questa si presenta con l'arresto operato dagli sgherri fascisti. Giuseppe morrà torturato, ma il suo sacrificio lo renderà degno, infine, della lotta e della classe operaia. Una classe che ha le sue gravi colpe può pagarle solo in questo modo, sembra essere la conclusione del li,bro. Ed è una conclusione sconsolante. Chi avverte come necessaria la via del sacrificio, e chi è convinto della strumentalità dell'intellettuale rispetto al partito ed alla battagiia che questi conduce contro il mondo reazonario e borghese, non può non essere disposto a tutte le contorsioni che il Partito a nome della classe operaia gli imporrà. L'espiazione per forza, come unica via rimasta dinnanzi all'uomo di cultura, impedirà sempre di avvertire la bellezza deU'indipendenza di giudizio di chi non abbandona se stesso in nome di non precisate colpe dei padri o (peggio ancora) della classi di cui si è figli. Lo scrittore diventa docile strumento della ragion di Stato, egli non ha più moralità autonoma: deve solo operare secondo quanto gli viene comandato. In realtà, a dispetto della tesi di Orecchio, è questo tipo di intellettuale e non già l'altro, quello borghese che sta rinchiuso nella sua biblioteca e che magari difende questo suo diritto a starsene chiuso, a rappresentare il vero enigma moderno. Se il secondo era disposto, potenzialmente, a trascurare << tutti» gli impegni sociali (e ci illudiamo di avere dimostrato che ciò non è vero) il primo è realmente disposto per << un solo» impegno, per « una sola> avventura: quella totalitaria. Dir. Resp.1 F • Compagna • Segr. Redu.1 N. Ajello • Stampa, Archetipografia di Milano S. p. a. • Vuale Umbria, 54 Spedizione in abbonamento postale, Gruppo DI • Pohhlicazione autorizzata • Printed in Italy • Tutd i diritti 4i proprietà letteraria ed artistica riaervati • I manoscritti anche 1e non puhhlicati non ai rutitaiaeono. Bibloteca Gino Bianco
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