Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

' I ganda (un altro dei miti <<naturali » di Silone). Resta quindi, isolato ed accentuato, il motivo cristiano cui sopra si accennava. Ha quindi un senso parlare di continuità di Silone, avvertendo però che egli viene man mano isolando un nucleo di sentimenti, quasi di motivi-forza, attorno ai quali svolgere le vicende dei suoi personaggi. Partito da <<Fontamara >> con una storia in cui puramente e semplicemente rappresentava una certa condizione un1a-- na e sociale, lo scrittore torna a <<Fontamara », al suo mondo, alla sua terra, avendo lungamente scavato entro di sè per serbare, di tutti i sentimenti che formavano il suo iniziale mondo poetico e morale, quelli che meno sanno di protesta politica e sociale. Al suo socialismo populista di tanti anni fa va sostituendo sempre più il motivo cristiano e pessimi• ALFREDO ORECCHIO: Il sospetto, Feltrinelli, 1957. sta della tristezza del mondo, antica, annidata nelle cose e negli uomini (donde il tono così particolare della sua mitologia). ' « Il segreto di Luca >> ci dà compiutamente la n1isura della presente condizione dello scrittore, metapolitica e influenzata anche da alcune robuste personalità morali del .cattolicesimo francese (con1e già acutamente notò il Pampaloni citando Peguy e Bernanos) ed europeo. Partecipe di avvenimenti storici che hanno posto in seria crisi l'equilibrio spirituale di tanti scrittori ed intellettuali, Silone è riuscito, man mano che limitava la propria efficacia narrativa, lirica, ed accentuava l'elevatezza della sua <<testimonianza » morale, a non perdere, ma anzi a consolidare il proprio equilibrio interiore, a rendere più netta e chiara la sua affermazione d'uomo e di artista. tutti gli orecchiamenti ·dei moti vi neorealistici del nostro dopoguerra, sparsi per il racconto, e tutte le espressioni di stucÈ un lungo racconto che ha per am- chevole <<materialità» di cui è fatto uso biente la Resistenza e la lotta clandestina sproporzionato. in una città dell'Italia centro-meridionale Esaminiamo dunque <<il documento », (forse Roma stessa, come sembra possibile dedurre da alcuni cenni) e per protagonista un intellettuale militante nel1' organizzazione partigiana comuni sta. È la storia di quest'uomo e delle ragioni che lo spingono al sacrificio estremo, tra le mani dell'odiosa polizia nazifascista. Un « documento del nostro ten1po >>, dunque, più che un'opera letteraria: e che l'Autore non abbia precipue qualità stilistiche e grande originalità di sentimento è facile ammettere, annotando ed a questo fine ripercorriamo brevemente la storia narrata. Si tratta di un uomo, Giuseppe, che è venuto alla guerra partigiana <<per riconquistare la propria giovinezza », fallita così nella sfera del lavoro come in quella dei sentimenti. Dietro le spalle ha soltanto una umiliante condizione di sottomissione economica ai suoceri ed una non meno umiliante accettazione delle sfrenate esigenze sessuali della sposa. Un uomo, dunque, che, per sottrarsi finalmente a questo mondo di [126] BiblotecaGino Bianco

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