Nord e Sud - anno IV - n. 30 - maggio 1957

~lemi, e nella discussione del proble1na religioso, concludendo, malgrado la lunga lista di fattori negativi, con la constatazione che in 1talia l'Umanesimo è ancora una parola non priva di senso, sia nella cultura che (al di là di ogni religione) nella vita morale con <<il vecchio binomio Fortuna-Virtù». Considerazione che ' . puo suonare ingenua e ottimistica, e che forse solo uno straniero poteva fare: auguriamoci che non sia immeritata! L' ori- . .g1ne non italiana del libro si dimostra per il resto solo in alcuni rari moti di sorpresa o di amichevole ironia per fe- . nomeni a noi abituali, come il tormento estivo dei rimandati a ottobre o l'ambivalenza credente-miscredente nella stessa persona. Del tutto nuovo per la Germania, ed esplicitamente ripreso dalla nuova tendenza sociologica della pubblicistica italiana, è il contenuto di un capitolo in cui il confronto di tre città permette all'autore di analizzare la società e vita culturale della provincia italiana nelle sue diverse forme: del Mezzogiorno, del Nord agri-- colo e del Nord industriale. La città agraria del Sud con la sua struttura semifeudale, gli inizi di un adeguamento a forme moderne e gli ostacoli che vi si oppongono, è accuratamente documentata sul1' esempio di Modica; la storia di Ravenna permette di gettare lo sguardo sulle cooperative agricole viste con evidente simpatia, mentre in Biella si registra, ac... canto al progresso tecnico, il regresso culturale, dovuto anche alla vicinanza di Torino o Milano. Anche la letteratura contemporanea è presa essenzialmente come spunto di considerazioni politiche e sociologiche (benchè l'Autore sia uno studioso di lettera ... tura). L'<<esame di coscienza», che sarebbe segno di una maggiore umanità dell'Italiano di fronte, ad esempio, al Francese (ma anche, talvolta, un sintomo di masochismo), è per Hinterhauser una fonte principale d'ispirazione, contro la boria fascista, per tutta una schiera di scrittori che va da Borgese, Jemolo, Alvaro, a Levi, Malaparte (con riserve), a Moravia. Anche la valutazione del neorealismo non può prescindere da considerazioni politièhe, dice l'Autore, citando Pavese. L' attivismo, il legame con la Resistenza, lo <<scriver male», sono le tre costanti che egli vede in questo movimento, da lui esaminato in singole opere di singoli autori: Uomini e no, Il sentiero dei nidi di ragno, Il quartiere, Metello e alcuni altri. Accanto al neorealismo, egli vede una corrente di neo-regionalismo politicamente attivizzato con Pavese, Vittorini, Brancati, Jovine, Silone; infine alcuni <<anzian · », come Bacchelli e Soffici. Un'analisi del teatro e del cinema si occupa non solo delle opere prodotte, ma anche del pubblico e dell'ambiente economico e politico (censura) in cui quelle opere sorgono; è in questo ambiente che ,. l'Autore vede le determinanti per il rapido declino artistico del nostro cinema negli ultimi anni. Questo declino egli registra in ogni capitolo (il libro ha un po' il tono alla Mommsen, di una continua decadenza di fronte a un momento del tutto ideale) e tuttavia non dispera: i mo-- tivi di speranza sono i valori fondamentali pur sempre esistenti, e le possibilità (più o meno lontane) di sviluppo. L'involuzione postbellica è un fenomeno non [115] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==