mirazione per la sua carica anticonformista, l'han trovato astratto e utopistico, sempre per via della scarsa considerazione della donna di casa, ritenuta comunque dalla Garofalo improduttiva, economica-- mente e socialmente. Ciò che più convince è la critica alle istituzioni e al costume, alla mentalità arretrata che è in noi stessi, al gallismo come virtù nazionale e alla superficialità di quei giornalisti parlamentari che preferirono fumare una sigaretta in corridoio piuttosto che ascoltare una deputatessa che prendeva la parola sulla politica estera, o addirittura a quei deputati, a quei padri coscritti che nelle assemblee legislative si . . . . . pronunziavano con argomenti 1pocr1t1 •contro l'ingresso della donna nelle giurie popolari. Anna Garofalo osserva e annota,. in circolare o a un ricevimento, in un ospedale ,o in un salotto, in una sala celtica o in ·una fabbrica, in un ufficio o in un congresso, si affida agli esempi che sono << sotto gli occhi di tutti», ha risofferto tutte le sofferenze della guerra e del dopo guerra: fame, borsa nera, disoccupazione, miseria, avvilimento, e poi le prime battaglie politiche, la lotta per il voto, l'opera delle associazioni femminili, prima unitarie, poi sempre più divise, in corrispon- .denza con le lacerazioni politiche e le scissioni sindacali in tutto il Paese. J-'uoghi -comuni, pregiudizi, miti (come quello dell'infallibilità maschile), abitudini, conformismi, il puritanesimo degli ambienti uf .. ficiali - una volta da una conversazione .alla radio fu cancellata la parola reggipetto! - ostacolano il moto di progresso della donna italiana. Ma la Garofalo sa che esistono problemi di fondo che toccano da vicino i diritti della donna, problemi che travagliano la famiglia moderna, come il matrimonio, l'educazione dei figli, il divorzio, i nuovi aspetti della maternità, la casa; e problemi che riguardano il lavoro, i servizi sociali, la parità di retribuzione per le lavoratrici, la tutela delle lavoratrici madri, la pensione alle casalinghe, la specializzazione del lavoro; e sa che oggi, come riassuntivamente disse una volta Nina Ruffini, bisogna attuare le riforme che interessano la donna e l'infanzia, tanto nel campo assistenziale che in quello giuridico, culturale e professionale. Rivedere i vecchi codici è divenuta or-- n1ai una necessità impellente. La donna non è più quella tenuta presente dal legislatore del nostro primo codice. Il Codice Civile vede la donna, annota giustamente la Garofalo, nella sua funzione di riproduttrice, nella sua inferiorità biologica e nella macchia del peccato originale. I problemi dell'assegnazione della prole, della separazione coniugale, della cittadinanza, dell'adulterio, dell'età <;lelmatrimonio, del consenso al minore, dell'obbligo della fedeltà, della patria potestà, vanno visti sotto una nuova luce. Anche il Codice Penale va riformato, con l'abolizione della causa d'onore., residuo barbarico. La legislazione italiana si trova in contrasto con quelle dei Paesi più ·progrediti. E cosa dire dell'esempio che ci viene dall'Inghilterra, dove i servizi di assistenza sociale hanno avuto un grandioso sviluppo, creati dalle leggi e dallo spirito di un popolo libero? Entusiasta delle riforme già adottate ed applicate all'estero, Anna Garofalo dà sempre uno sguardo fuori, a quèllo che acca- [112] Bibloteca Gino Bianco
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