nali ed internazionali, ragguagli rapidi e concisi sulle diverse situazioni, dati statistici, quando necessari: tutto concorre a dare una visione sistematica del problem3 dell'emancipazione della donna inquadrata nella situazione odierna. C'è di più. La Garofalo sa bene di avere a che fare con un problema squisitamente politico e che la sua soluzione dovrà essere eminentemente politica. Tutti gli episodi che meglio caratteriz .. zano i limiti della nostra democrazia servono alla Garofalo per ribadire un vecchio chiodo: che il problema della donna va visto nel quadro della trasformazione della società, e questo elimina i pericoli di astrattezza e di vacuo e fastidioso morali-- smo cui libri del genere (per la verità assai pochi) vanno facilmente incontro. Ben individuate sono le forze ostili al rinnovamento delle condizioni economiche e culturali della donna (e quindi le resistenze da vincere) in quelle stesse zone di privilegio che sono direttamente interessate a lasciare le cose come stanno ed a coprirle con un velo di ipocrita pudicizia. La Garofalo non ha peli sulla lingua, ed in ciò tiene a suon buon maestro il già ricordato Salvemini: occorre << picchiare e ripicchiare » su certi problemi della società italiana, offrire informazioni esatte e proposte ragionevoli sui problemi più scottanti e immediati della vita italiana. Dire che in questo libro sia prospettata, in forma sistematica, una politica della sicurezza sociale o dell'assistenza, questo no; ma questo nemmeno voleva la scrittrice. Per elaborare una politica, di cui si avverte indilazionabile il bisogno, e per attuarla, soprattutto, i1lche è più difficile, L'ltalz'ana in ltdia può avere una sua validità, una sua utilità, se non altro come chiave per entrare nel delicato e difficile mondo femminile. Una legislazione, infatti, che non tenesse conto di certe componenti storiche, umane, psicologiche anche, non darebbe dei buoni frutti, non centrerebbe i problemi. A darci un'idea dello stato d'animo e del mutamento di gran parte delle donne in questo dopoguerra può bastare la testimonianza - una delle tante testimonianze dirette, opportunamente raccolte e registrate nel libro - di una ragazza << moderna». << È certo - dice - che non desidero in nessun modo somigliare a mia madre e tanto meno a mia nonna o alle n1ie zie. Non che io le disistimi, ma mi domando come potrei, anche volendo, assomigliare a loro quando tutta la mia formazione è avvenuta in epoca tanto diversa e così diversi sono i compiti e le qualità che il tempo esige. Gli studi che sto facendo, gli amici che frequento, i libri e i giornali che leggo, mi obbligano a tenere gli occhi bene aperti e non ad abbassarli pudicamente quando si parla di cose che io non dovrei sapere o mi si chiama in causa per un fatto previso. Mia madre guarda mio padre come un dio, come un essere talmente aldisopra di lei da servire e da obbedire senza discussioni. Io lo vedo qual'è e gli voglio bene proprio per la sua umanità ed anche per i suoi difetti, mi piace discutere con lui e contraddirlo, se occorre. Non credo, per questo, di mancargli di riguardo e vedo, anzi, che, forse a causa del mio atteggiamento, lui si accorge della mia esistenza, non per chia .. marmi bambina o tesoro, ma per raccontarmi quello che fa e chiedermi quello che penso su certe cose. Con mia madre, [110] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==