Nord e Sud - anno IV - n. 29 - aprile 1957

effettive (ordinarie e straordinarie) per lire 519.587.000, e uscite per lire ' 572.879.000, con un passivo quindi di lire 53.292.0~0. Il volume del bilancio è discreto se rapportato a quello di altri centri situati in aree depresse co11 uguale massa di abitanti e simile quadro economico; il deficit poi è contenuto in limiti non gravi, sempre se si tien presente il deficit cronico e massiccio di tanti bilanci comunali d'Italia (non solo del Sud): è meno della metà, per es., del deficit di Foggia che ha una popolazione di ½ superiore. Nei due anni seguenti (secondo dati non ufficiali da noi raccolti) il disavanzo è stato minore: nel 1954 lire 15.114.317; nel 1955 lire 25.118.927. Ed è da segnalare altresì, in una zona di forti sperequazioni tributarie qual'è il Sud, l'incidenzla percentuale delle imposte dirette sul totale delle entrate effettive del Comune: percentuale bassa sì, ma sempre superiore per es. a quella degli altri capoluoghi di provincia delle Puglie. Nel con- 'suntivo 1953 l'imposta di famiglia e sul valore locativo rappresenta infatti il 14,8% delle entrate effettive (media nazionale 13,8%): nello stesso anno a Brindisi non si è toccato che il 6,1%, a Foggia 1'8%, a Bari 1'8,9 per cento, a Taranto il 10%; per non parlare del 4% di Napoli (similmente le imposte di consumo hanno gravato in misura minore della media nazionale: Lecce 33,6%, Italia 41,8%). La considerazione sul « meglio relativo>> persiste, anche se nel 1954 il rapporto percentuale dell'imposta di famiglia e s11l valore locativo è scesa ~l 12,2%, mantenendosi intorno a questo livello nel 1955 e presumibilmente anche nel 1956. Ciò spiega, in parte, la difficoltà che le minoranze dei partiti ideologici e classisti incontrano nel tentativo di scuotere, in Consiglio e dinanzi all'opinione pubblica, la maggioranza clientelistica del PNM che detiene il Comune. La vita politica di Lecce: a) l'orientamento dell'elettorato Il Comune di Lecce, da quando sono state ricostituite le amministrazioni democratiche, è detenuto dall'estrema destra. La quale entrò in Municipio, con le prime elezioni comunali del 24 novembre 1946, nei panni dell'Uomo Qualunque: era l'epoca in cui la frazione più immatur_a della piccola e media borghesia italiana delirava per Giannini. L'UQ realizzò allora, col sistema proporzionale puro, il 47,1'% dei voti, conquis~ando la maggioranza assoluta dei seggi (21 su 40). Nelle successive << çomunali >>, fra le poche del Mezzogiorno che si tennero il 10 giugno 1951, e non nel [94] BiblotecaGino Bianco

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