Nord e Sud - anno IV - n. 29 - aprile 1957

sulle 62.000 unità·; in secondo luogo, questi dati si riferiscono all'immigrazione ufficiale, legale, e non tengono conto dell'immigrazione clandestina. L'immigrazione clandestina ricalca ed accentua le caratteristiche di quella legale, qualora si tenga presente che l'emigrante clandestino è quasi sempre l'uomo che parte in avanscoperta verso il Nord alla conquista di un posto di lavoro, e che lascia al paese d'origine la famiglia, almeno fino al momento della sistemazione, più o meno buona. Inoltre, l'immigrato clandestino è quasi sempre non qualificato, disposto ad esercitare ogni lavoro per cui, dovendolo collocare in una delle classifìcaziqni sopradette, si deve pensare al manovale, uomo di fatica oppure privo di professione. Questi elementi inducono a concludere che la massa di immigrati meridionali in età di apprendistato e di lavoro, che vie11ea trovarsi ogni anno sul mercato del lavoro torinese, si aggira sulle 8... 9.000 unità per quanto riguarda i legali, e quasi altrettanto per quanto riguarda i clandestini; con un totale nel 195S, di 1S-16.000 persone. La percentuale dei disoccupati meridionali sulla cifra totale dei disoccupati torinesi non è esattamente determinabile. Il numero dei disoccupati in Torino iscritti all'Ufficio Regionale del Lavoro si aggira costantemente, dal 1948 al 19S6, sulle 21-22.000 unità. Si tratta però d'una cifra assai poco indicativa perchè l'iscrizione presso gli Uffici di Collocamento è possibile solo esibendo il certificato di residenza. E questo certificato di residenza non viene rilasciato all'arrivo dell'immigrato. Così stando le cose quali sono i primi interventi possibili sul mercato del lavoro torinese? Si sa che la maggior parte dei meridionali qualificati come operai o come manovali trovano lavoro nel settore edilizio. Si tenga presente che anche nelle zone meridionali di provenienza, la percentuale più alta di operai è impiegata nel settore estrattivo ed edilizio. Due recenti inchieste apparse sul Mondo, la prima di Domenico Zucaro e la seconda di Mario Di Bartolomei harmo documentato come in gene- . rale la categoria degli edili abbia la paga più bassa tra quelle di lavoratori· soggetti allo stesso contratto di lavoro, come essa sia la meno organizzata nella lotta sindacale, la più esposta allo sfruttamento e al ricatto· degli imprenditori, la meno assistita nei periodi di malattia e di disoccupazione. Onde forme di autentico sottomercato del lavoro, che non a caso ' si accentuano (come ha rilevato lo Zucaro) là dove è presente un'ampia [79] \ Bibloteca Gino Bianco • I

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