Nord e Sud - anno IV - n. 29 - aprile 1957

Ed ecco quali sono le indicazioni che si possono trarre da una rapidà .indagine sui vari aspetti del fenomeno, il cui evidente interesse ci auguriamo possa indurre altri ad approfondirne lo studio. I - Eliminazione delle aule adattate. Dalla rilevazione pubblicata nel 1956 risulta che esse ammontano complessivamente a 21.095, con una media del 22 per cento sul fabbisogno totale. La loro distribuzione varia da re- . gione a regione. Cosi abbiamo che nell'Italia settentrionale la media è del 17,6 per cento, nella centrale del 30,3, nella meridionale del 26,4 e nelle Isole del 24,4. È questo uno dei rari casi in cui il Mezzogiorno non detiene il primato di carenze e di bisogni,. Purtuttavia, un giudizio sulla gradualità da seguire nell'eliminazione delle aule adattate non può darsi senza l'esatta conoscenza delle condizioni in cui si trovano queste aule, perché è chiaro che occorrerà provvedere prima ad eliminare quelle che sono in condizioni peggiori dal punto di vista igienico, statico e della loro funzionalità in rapporto alle esigenze scolastiche. La nostra esperienza personale · ci fa ritenere che nel Mezzogiorno la quasi totalità delle aule adattate non risponde a queste esigenze e che bisogna eliminarle al piu presto. Di ciò si dovrà tener conto nel predisporre il piano di esecuzione delle aule e nello stabilire la graduatoria dei Comuni secondo il loro stato di necessità scolastica. 2 - Riflessi che sulla popolazione scolastica obbligata ha l'andamento demografico generale del nostro Paese. Occorre appena ricordare - come ha già rilevato Francesco Compagna nel suo scritto « Il problema della pubblica istruzione nella depressione del Mezzogiorno » - che l'Italia è entrata in una fase di cc rallentamento demografico », nel senso che la sua popolazione non aumenterà negli anni futuri con lo stesso ritmo che ebbe per il passato. Da un lato abbiamo una diminuizione della popolazione al disotto dei 14 anni (essa, che nel 1936 era del 28,6 per cento sul totale, è scesa nel 1952 al 24); dall'altro un aumento della popolazione al di sopra dei 50 anni, che è salita, nello stesso periodo dal 19,7 al 22,5 per cento; ma nell'insieme il fenomeno presenta un rallentamento. Questo spostamento della composizione per classi di età della nostra popolazione, da noi indicato con cifre medie, varia notevolmente tra le diverse regioni italiane ed in particolare tra Nord e Sud; cosi che, mentre nell'Italia settentrionale, per la popolazione al disotto dei 14 anni, siamo passati dal 25,8 per cento del totale del 1936 al 21,1 del 1952, con una diminuzione del 18 per cento; nell'Italia centrale dal 27,5 a'l 21,1 con una diminuzione del 23 per cento, nel Mezzogiorno, invece, il rallentamento è sensibilmente minore. Infatti nelle regioni meridi,onali la diminuzione è di solo il 12,5 per cento (dal 33,4 al 29,2 del totale) e nelle Isole addirittura del 10 per cento (dal 31,1 [73] . Bibloteca Gino Bianco , I

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