Nord e Sud - anno IV - n. 29 - aprile 1957

... negli ambienti ministeriali politici ed economici della capitale », dalla campagna del citato settimanale calabrese. Di che si tratta? Una indagine tendente a stabilire le cause della crisi che investe la maggior parte delle industrie 11ella zona ionica della Calabria era riuscita a sta•bilire che la serrata di molti stabilimenti era dovuta alle difficoltà che gli Istituti di credito - e soprattutto il Banco di Napoli - opponevano alla richieste di mutui avanzate dai dirigenti e proprietari delle industrie stesse: si diffuse il convincimento che gli industriali avessero amministrato male le somme loro concesse in credito e che le banche avessero chiuso gli sportelli per cautelarsi e per non correre alee troppo forti. L'inchiesta promossa ora dal cc Gazzettino » insinua il sospetto di una politica creditizia discriminatoria, tendente ad avvantaggiare taluni operatori ai danni di altri; e getta una luce ambigua su certe operazioni che rivelerebbero da una parte improvvisazione e deteriore spirito d'avventura ~ dall'altr~a equivoche complicità o, quanto meno, incapacità degli organi amministra~ tivi locali nel controllare le nascenti iniziative industriali e nel cautelarsi contro eventuali colpi di mano. Sta di fatto che a Bovalino, iri provincia di Reggio Calabria, uno stabilimento industriale - la SIBA (Società Industrie Boschive As-promonte) - dopo aver ottenuto dal Banco di Napoli un credito di 300 milioni, rimane chiuso da oltre cinque anni. Il progetto relativo alla istituzione di tale industria nella zona ionica della Calabria aveva suscitato enormi speranze; il sindaco di Bovalino aveva addirittura promosso manifestazioni di piazza con cortei di donne del popolo che gridavano: « date pane ai nostri figli », per indurre un agrario locale, il barone De Blasio, a cedere il terreno occorrente alla nascente industria - 36 mila mq. - per complessivi 3 milioni. Oggi la SIBA sta per rivendere ad una società petrolifera, per la costruzione di una stazione di servizio, 2000 dei 36 mila mq. che ottenne dal De Blasio, realizzando il doppio di quanto dovette spendere per l'intero appezzamento. Come mai lo stabilimento rimane chiuso? È difficile rispondere a questa domanda. Ma una sommaria visita ai suoi padiglioni convince il meno esper-- to dei visitatori che neanche un terzo dei 300 milioni prestati dal Banco di Napoli è stato speso per la costruzione degli edifici e per l'impianto dei · macchinari. La Società Industrie Boschive Aspromonte si è trasformata in ... una raffineria, nonostante il parere sfavorevole del commissario governativo presso la Camera di Commercio di Reggio Calabria, On. Nicola Siles, il quale faceva notare come la zona fosse già inflazionata di industrie similari. Ed è difficile spiegarsi come mai la Sezione di Credito Industriale del Banco di Napoli si sia indotta a concedere crediti così rilevanti senz'altra garanzia che quella del terreno; e il Banco ha concesso persino, in data 16 aprile 1954, [64] Bibloteca Gino Bianco ,

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