in cui, nell'individuo come nella massa, arte{atte manifestazioni di u11a civiltà sofisticata c·ontraddicono a forme di una schiettezza talmente prjmitiva che non sappiamo fin dove s'identifichino con l'istinto e quanto vi operi il tedio inappagato, smanioso di aggiungere alla vita colore di eccentricità e di stravaganza ... È il carosello dell;attualità che riempie di giostranti luci il cervello di chi non ha fantasia ... >>(156 ). Il secondo tipo di polemica è più sotterraneo, si afferr,a ad un genere di retorica meno immediatamente incriminabile e perciò più insidioso, fa appello, distorcendoli, a certi valori sulla cui esistenza non si può, in astratto, non convenire. Sono lagnanze nelle quali si dà per scon~ato che i rotocalchi, in quanto tali, siano mal scritti; che si facciano banditori di una realtà 1r1dagata in maniera superficiale, o <<ricostruita » da fantasie di bassa lega; che, infine, i rotocalchi distolgano il loro pub·blico da letture più serie> da meditazioni più ponderose. Non è raro che in tali crucci finiscano per essere coinvolti l' «americanismo>>, il pericolo che i <<fumetti» rappresentano per le nuove gener,azioni, il calo commerciale subìto dai li'bri di De Amicis, di Collodi e financo di Salgari (notizie che, sia detto per incidens, non rispondono a verità); infine, la <<difesa» della tradizione culturale europea. Gli argomenti che si possono opporre alle preoccupazioni « umanistiche>> sono tutti di natura economiCia, riflettono considerazioni di uso corrente sulle esigenze industriali della stampa moder.na, sulla cultura di massa, sulla <<specializzazione tecnica >>e perfino sulla <<automazione »; rna molto di rado sortiscono effetti apprezzabili. Le solidarietà intellettuali più autorevoli possono, a volte, venire in soccorso di tali preoccupazioni (157 ). Nella loro forma più elementare, istintiva e disinteressata, esse sono proprie del borghese nostrano di media cultura il quale, · nel percorrere con lo sguardo le pagine del settimanale di ~ttualità cui è affezionato per lunga consuetudine, ha quasi l'aria di sentirsi in colpa; e si chiede se quella mezz'ora pomeridiana che egli dedica ad una lettura così schiettamente ricre~tiva non, sarebbe più opp·ortuno e salutare impiegarla nel risfogliare qualcuno (156) Da, Fatebenefratelli, a. XII, n. 5, maggio 1952. ( 157 ) Una indagine, condotta nel 1951 da una rivista fiorentina, intorno all'opinione degli uomini di cultura italiani sul rotocalco, raggiunse dei risultati complessivamente negativi. Le risposte << sfavorevoli » furono la stragrande maggioranza. [58] BiblotecaGino Bianco
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