I mendesiano si concreta anche nella pubblicazione di articoli e servizi i11 comune con quello; ma non riguarda, per così dire, la sostanza intellettuale del settimanale di Vittorio Calef, nel senso che, mentre L'Express è un organo tutto di tendenza, proclive ai toni incisivi ed alle prese di posizione Iìette e polemiche, Il Punto appare programmaticamente teso a realizzare un c.ompito di diversa natura, che può esser solo mediatamente politico: quello di <<compendiare>> gli avvenimenti della settimana <<attraverso le opinioni che sugli avvenimenti esprimono i commentatori più diversi e attraverso i documenti che - per la loro ampiezza o per le difficoltà incontrate al loro reperimento - non trovano posto nella stampa quotidiana >>.( 148 ). E a tale intento si connette uno stile <<tutto cose >>,che tende più al discorsivo che al brillante, più alla esposizione che ,alla deduzione. Una tale impostazione, apparentemente modesta, finisce per approdare a notevoli difficoltà. In primo luogo, giova avvertire che la quota intellettuale su cui Il Punto gira settimanalmente il proprio documentario è molto alta. La politica occupa, nell'economia del settimanale di Calef, uno spazio percentuale (su per giù il 70 per cento) di molto superiore a quello che le viene dedicato dal Mondo o da L'Espresso; la stess,aformula espositiva del Punto contribuisce, d'altro canto, a restringere la trattazione degli argomenti politici ad un tipo di lettori particolarmente <<iniziati>>(se non <<specializzati »), insomma ad un genere di lettori ancor più <<politici » di quanto non lo siano gli aficionados degli altri due più diffusi settimanali <<ad alto livello». In luogo di una narrazione complessiva e di un giudizio sintetico sugli avvenimenti, Il Punto tende a fornire l'analisi dell'attualità politica nel suo farsi, la fotografia delle varie posizioni, le dichiarazioni dei protagonisti, ecc.: ha bisogno quindi di un pub,blico che sia in grado di interesslarsi o di appassionarsi, per così dire, alla fase <<tecnica» del dibattito politico, ed a trarne da sè le conclusioni. Ne deriva, quindi, l'esigenza che i <<pezzi>>di cui quel «documentario» si compone siano tutti di alto valore, F. Briatico, E. Della Giovanna (con lo pseudon. di Claudio), T. De Stefano, F. Gerardi, R. Giordano, N. Jucker, E. Landolfi, G. Poli, U. Segre, G. Tamburrano, P. Vittorelli; e, per la sezione culturale (letteratura, storia, rubriche di cinema, teatro, TV, arti figurative, musica, ecc.): G. B. Angioletti, C. Brandi, G. Caproni, G. C. Castello, P. Citati, G. Grasso, C. Levi, P. P. Pasolini, L. Pestalozza, V. Pandolfi, A. Pane, C. Terron, R. Tian. ( 148 ) Dalla <<presentazione», nel primo numero del Punto: 2 giugno 1956. [49] Bibloteca Gino Bi·anco
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