rebbc troppo facile; è più opportuno far notare come la fine del vecchio Europeo sembrasse concludere simbolicamente una fase della vita politica italiana, con il << ritorno a casa», dopo i risultati elettorali del 7 giugno 1953, di quegli intellettuali antifascisti ed anticomu11isti che avevano creato nell'Italia del dopoguerra i primi esempi di un moderno giornalismo settimanale, e che dalle colonne dei loro giornali avevano soprattutto cercato di aiutare se stessi e gli altri a resistere all'invadenza ideologica e politica delle sinistre su una posizione di progredita democrazia. Era tutta una generazione di letterati e giornalisti che sembrò per un momento esser restata senza una voce propria eche andò sparpagliandosi nella migliore stampa quotidiana e periodica: dalla Sta1n pa al Mondo. Si ebbe da alcuni l'impressione che Rizzoli avesse in animo di depotenziare L'Europeo, e poi farlo morire di consunzione, Pllo scopo di eliminare ad Oggi un concorrente. Il settimanale fu infatti affidato alle cure di un giornalista che era stato in redazione con Benedetti, Michele Serra, e che non presentava particolare rilievo professionale; i redattori che erano usciti con l'antico direttore non sempre poterono essere rimpiazzati da altri di pari livello (135 ); la linea politica cominciò a presentare incertezze ed oscillazioni. Tuttavia il settimanale durò, e sullo scadere del '54 accrebbe il numero delle pagine da 48 a 64. Con il secondo Europeo, l'editore Rizzali aveva inteso costruire uno strumento commerciale che, pur rimanendo in sottordine rispetto ad Oggi, servisse a coprire un settore d'opinione pubblica alquanto diverso da quello affidato al settimanale di R·uscor1i: il «messaggio» di Oggi abbracciava lo spazio intercorrente dalla destra democristiana ai monarchici e ai neofastici (la cui ala più << ·barricadera » trovava settimanale appagamento in Candido); quello dell'Europeo mirava ad estendersi, grosso modo, dagli aJ:I?.bienti meno retrivi del partito di maggioranza fino ai partiti « minori >> del centro, con q~alche preferenza per i liberali. Un tale orientamento unitario si riusciva tuttavia a desumerlo, dalle pagine dell'Europeo, solo a gran fatica e, con notevole approssimazione, all'indomani dell'uscita di Bene- ( 135 ) Le rubriche << speciali » rimasero però tutte affidate a firme di rilievo: la critica d'arte a Roberto Longhi, quella letteraria a Carlo Bo; per il cinema venne chiamato il << leggero » Marotta. Il commento economico settimanale viene redatto da Epicarmio Corbino. [40] ' Bibloteca Gino Bianco
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