Ore il deciso rallentamento del successo iniziale ha determinato un graduale aumento della parte scritta, l'introduzione di inchieste condotte su per giù secondo i criteri correnti, e, recentemente, il tentativo di applicare la tecnica del fotodocumentario alla storia politica e del costume. Ma è dubbio che tali ingredienti riescano a salvare il settimanale milanese da ulteriori passi nella direzione della stampa <<scritta »; ~~ quali, d'altro canto, priverebbero Le Ore del suo <<specifico», annacquerebbero irreparabilmente la formula con cui ha còlto i primi favori del pubblico (133 ). L'accentuazione dell'aspetto industriale del settimanale di attualità recava con sè• sul piano economico (come si accennava poc'anzi) la tendenza all'accentramento editoriale; cui, sul piano politico, corrispondeva il rigetto di posizioni troppo sfumate e troppo poco <<di massa>>, la ricerca di orientamenti chiari, facili, orecchiabili, accordati coi gusti contin- . genti del pubblico. Continuare ad offrire un settimanale moderato di centro-sinistra, laico e democratico, come L'Europeo, ad una borghesia che sembrava avere eletto in altra direzione politica i propri beniamini (e l'epoca fugace di Pella e le gesta di Guareschi ne fornivano una opportu-~ na conferma) finì per sembrare un assurdo econ-omico: la cooptazione dell'Europeo da parte della casa editrice Rizzali - proprietario di Oggi e di Candido - fu la prima tappa di un processo politico-editoriale che avrebbe condotto all'allontanamento del Benedetti dalla direzione (134 ) ed al progressivo <<allineamento>> del settimanale su un politica di centro meno « laica » e più moderata. Dire che [./Europeo sia precipitosamente decaduto sotto il rispetto formale dopo l'uscita del Ber1edetti e dei suoi più stretti collaboratori: sa- ( 133 ) Non sono mancati altri tentativi, meno riusciti di quello de Le Ore, di dar vita ad una stampa essenzialmente <<visiva». Quasi contemporaneamente al settimanale milanese, nacque, ad es., Il Giorno z'llustrato, diretto da G. De Fonseca ed edito a l~oma (editr. << Novissima »), ma collegato alla casa editrice Rizzali di Milano: ebbe breve vita. ( 134 ) Il Benedetti abbandonò la direzione del settimanale a partire dal numero <1el 16 maggio 1954, « in seguito - come egli scrisse - a dissensi d'ordine politico ed editoriale intervenuti tra la società editrice de L' E'uropeo e me ». Con Benedetti lasciarono L'Europeo Adelfi, Cancogni, De Feo, Moravia, Venturi, ed altri. [39] ' Bibloteca' Gino Bianco '
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