d,ella fotografia come elemento di un racconto spassionato e soprattutto sintetico (« Ogni foto deve valere mille parole >>)cedono il passo, nelle risposte alle « lettere al direttore », ad una prosa che vuol essere anch'essa <<a fotogrammi», rapida nei nessi logici, ricca di neologismi, contratta, antiletteraria; tale, in definitiva da risultare a volte, per troppo sempli~ cità, artefatta e di faticosa lettura. Questo diffuso sentore di malintesa <<avanguardia » (e quel tanto di cerebrale che è coru1esso al voler fare di ogni foto e di ogni parola un simbolo <<essenziale», un astratto e misterioso vivaio di immagini e di riflessioni) possono senza dubbio aver nociuto ad un duraturo successo commerciale d1e Le Ore, rendendo il suo contenuto meno agevole, efficace e <<popolare » di quanto potesse aspirare ~d esserlo, con la maggiore modestia possibile, <<un diario scritto. fotograficamente, giorno per giorno, inteso a sostituire il gioco delle valutazioni, dei giudizi, dei capricci individuali, nell'esame della nostra civiltà » (131 ). Nonostante che la qualità delle sue <<sequenze>>e dei suoi « reportages >>fosse complessivamente abbastanza alta (132 ), e forse appunto per questo, non è evidentemente riuscito al settimanale di Ca·ppelli di conquistare a se un vasto pubblico « inedito >>,di lettori, cioè, posti al di qua della cultura, di <<fotolettori >>,che cercassero nel settimanale «visivo» il succedaneo illustrato del giornale, il primo passo verso la lettura. Quello che dicevamo a proposito della Settimana I ncom vale, a maggior ragione, anche per Le Ore: gli esperimenti del genere finiscono molto spesso per essere destinati ad un pubblico già culturalmente provveduto, il quale se ne stanca ben presto, e torna alla stampa <<tradizionale». Anche ne Le ( 131 ) Nel nun1ero del 19 maggio 1956. ( 132 ) Tra i fotografi de Le Ore figurano Patellani, Costa, Carlo Cisventi, Chiara Samugheo e gli stranieri Gene Kook, Helen Fisher, David Lees, ecc. L'impaginazione del settimanale è curata da Pasquale Prunas. Le Ore ha attualmente 64 pagine, è a formato_ rivista (26 cm. x 33), con copertina lucida a colori. Si ricordino, ad esempio, un'inchiesta a puntate sulla prostituzione (con testo, piuttosto esteso, di Mila Contini) c·he uscì nella primavera del '56; e, nell'estate dello stesso anno, un tentativo di tracciare una storia d'Italia mediante immagini: << Nascita di una Nazione>>. Questa << fotobiografia » andava dal 187 4 ai nostri giorni ed era condotta con l'ausilio di incisioni e litografie dell'epoca, ampiamente commentate da didascalie e << pezzi >> narrativi. [38] BiblotecaGino Bianco
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