dall'Ungheria e poi dalla Polonia, nitidi e appassionati, parvero a più d'uno recare il segno di una catarsi, l'annunzio del « ritorno al giornalismo» di uno dei nostri giornalisti più bravi (1 24 ). Per sincera che sia stata la sua recente evoluzione (e non sta a noi dubitarne), Montanelli vi è giunto dopo aver battuto a lungo le strade della popolarità a buon mercato; fino all'altro ieri egli ha versato sul Borghese le scorie della sua produzione giornalistica, i residui più risentiti e predicatori di una attitudine letteraria che sa essere, quando ci si mette, fresca e serena. E può darsi che a spingere Montanelli tra le schiere di « borghesiani >>sia stata anche (perdonabile debolezza!) l'ansia di essere un capo. Fu lui che, all'indomani della morte di De Gasperi proclamò dalle colonne del Borghese la quasi totale estinzione della « prima serie» di uomini politici italiani - quella dei democratici prefascisti - e preconizzò l'avvento della « seconda serie>>: quella degli ex-fascisti. « La "seconda serie", caro Longanesi, siamo noi .... Morto De Gasperi, eccoci qui, fra noi, eredi che ci conosciamo tutti e sappiamo vita e miracoli l'uno dell'altro, a guardarci in faccia. L'Italia è nostra, di noi ex-figli della lupa ... >> (1 25 ). Erano già, in sintesi, le ambizioni che spinser~ i « borghesiani » a stringersi in partito, con la costituzione dei << Circoli del Borghese» prima e del Movimento « Fratelli d'Italia» poi: iniziative politiche sulle quali si è disteso, dopo qualche settimana, il velo del silenzio. Il discorso pronunciato da IJeo Longanesi alla manifestazione inaugurale del suo movimento (1 26 ) è il codice della più caliginosa confusione d'idee che possa (124 ) Cfr. << La crisi di Montanelli » di A. (rrigo) B. (enedetti) su L'Espresso del 2 c.iicembre 1956. Un gustoso (anche se un po' troppo acre) profilo di Montanelli è S'ato tracciato in una acuta rassegna della nostra stampa quotidiana, a firma Cimane, IJ.ellarivista Occidente (a. XII, n. 3, maggio-giugno 1956). ( 125 ) Da << Seconda serie» di Antonio Siberia, nel numero del 3 settembre 1954. ( 126 ) U discorso, pronunciato al teatro Odeon di Milano il 12 giugno, dinanzi a circa 1500 persone, venne pubblicato ne Il Borghese del 17 giugno 1955. Longanesi parlò davanti a quattro ritratti: Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele III e D'Annunzio. Egli disse, in sostanza, che la Lega Fratelli d'Italia è contro la D.C. in tuttele sue sfumature ( « compreso Pella » - precisò), contro le sinistr.e, contro la grossa borghesia, contro la classe dirigente attuale; difese con calore le patrie memorie, sostenendo che << la retorica di un Paese costituisce la sua anima nazionale ». I giornali scrissero che gli applausi più fragorosi scoppiarono quando l'oratore nominò Mussolini e Guareschi. (Cfr. il resoconto dato da L'Europeo nel numero del 19 giugno 1955)- [34] Bibliotecaqinobianco
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