Alquanto diverso dal Mondo, sia per il formato tipo rivista (36 pagine con copertina in carta patinata), sia per la generale impostazione, anche se ad esso collegato da numerose firme in comune, fu il <<settimanale di attualità e cultura>> Omnibus, edito a Milano tra il '50 e il 'Sl (115 ) e diretto da Giovanni Titta Rosa. Con L'Europeo, il Mondo e Omnibus i laici <<terzaforzisti >>ebbero, in quel periodo, una vriade di giornali che rispecchiavano, attraverso progressive gradazioni, le loro sfumature politiche, dal moderatismo dei partiti (< minori» (che restavano al governo con i cattolici <<per evitare il peggio>>) fino alle soglie di un « indipendentismo di sinistra>> tinto di sospetti di <<titoismo>>.Al moralismo un po' letterario e distaccato del Mondo faceva risco,ntro, in Omnibits, una accentuazione <<populistica>> sulla scia della quale potevano coesistere, gomito a gomito, ex azior1isti come Mario Paggi (attivo collaboratore anche del Mo·ndo ), socialisti come Giuseppe Petronio e <<spiriti inquieti» come Massimo Mila e Guido Aristarco, volterriani come Arrigo Cajumi e cattolici non-conformisti, come Carlo Bo (116 ). Su queste basi, il settimanale di Titta Rosa si proponeva di <<seguire, documentare ed illustrare con libera simpatia lo sforzo del pop·olo italiano per raggiungere una democratica convivenza nella vita civile e popolare», e non aveva « altri interessi da difendere che quelli del lavoro, perchè è nel lavoro che consiste la ci- ·viltà di t1n paese>> (117 ). In quegli anni in cui era particolarmente difficile sottrarsi alle lusinghe frontiste dei socialcomunisti - specie per quei democratici di sinistra che ritenessero loro dovere adoperarsi in qualche modo per <<difendere lo Stato dall'assalto della Chiesa romana» (118 ) - Omnibus svolse indt1bbiamente una sua funzione presso un settore ben individuato dell'opinione intellettuale italiana, cui offrì un rifugio ideo-- logico indipendente: una sorta di trincea non engagée, anche se dava a volte l'impressione di essere collocata nelle immediate adiacenze del fronte, e di essere scavata nel friabile terreno del « pa,s d'ennemis à gauche ». ( 11fi) Editore Grandi Periodici Illustrati. ( 116 ) Collaboravano tra gli altri ad Omni.bus Francesco Flora, Giulio Preti, Silvio Pozzani, Umberto Segre, Carlo Terron, ecc. ( 117 ) Dall'editoriale di presentazione, nel primo numero di Omnibus (2 aprile 1950). ( 118 ) Da un articolo di Mario Paggi, nel numero del 20 maggio 1951. [30] BiblotecaGino Bianco
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