cana » (112 ). E alla riuscita di quella tatti<=iasembrò portare un provvidenziale contributo l'indeterminatezza ideologica e la confusione delle lingue che derivò, in Italia, dai clamorosi mutamenti della politica sovietica seguìti al rapporto Krusciov. Nell'accennare ad essi, sul Contemporaneo, un « intellettuale organico della classe operaia >> assumeva un tono che, per la confidenziale bonomia che l'ispirava, non avrebbe sfigurato sul Borghese. L'importante era lasciarsi qualche spiraglio aperto alle spalle... « Kruisciov ri&chia di diventare un 11omo assai poco pop,olare qui nello Occidente. Intanto si presenta male, infagottato nei suoi vestiti come un fc1ttore ,di campagna, sgraziato in quel suo -aspetto troppo grasso e pesante. 1-'oi dice le cose alla buona, in modo rozzo e quasi primitivo, senza pretesa di -essere un ideologo, ·senza inquadrare i fatti in una apprdfondit'a analisi storica. Infine può essere criticato: non è un classico, non è un gigante, non è un titano. Si è messo .egli stesso alla pari degli altri. E allora? ... Anch'io critico Krusciov: ma non mi dimentico mai di ringrazia,lo perchè lo posso criticare senza essere giudicato un nemico del popolo ... Anch'io critico Krusciov: ma c'è modo e modo di criticare ... Studiare a fondo il m·oindo e il nostro paese che sono cambiati rapidamente nel corso degli ultimi élnni, cl1iarire i pro,blemi che si pongono alla nuova avanzata del sociaI 1smo... » (113 ). Ora non c'è più nulla da chiarire; gli spiragli si sono tutti chiusi., non senza aver lasciato pass,are, diretti verso la libertà, parecchi dei « rinnovatori» del Contemporaneo, e tra i più avanzati (114 ); e non senza aver contribuito a dissipare l'ultimo equivoco frontista in cui si sia incarnata, fino P.d oggi, la letteratura militante comunista. L'èra della «sincerità», cioè della . rozzezza e del settarismo, che viene puntualmente inaugur,ata dai comunisti nei periodi di crisi, sta già privando il messaggio settimanale del Contemporaneo, oltre che di gran parte della sua efficacia politica, anche della sua residua plausibilità intellettuale. ( 112 ) Dal << fondo » Perchè Gobetti di A. Trombadori, nel numero del 18 febLraio 1956. ( 113 ) Da La nuda prosa di C. Salinari, nel numero del 30 giugno 1956. .. ( 114 ) La continua emorragia intellettuale di cui soffre attualmente il P.C.I. va sottraendo al settimanale romano le sue firme di maggior risalto: basti citare Marco Cesarini, Fabrizio Onofri, Antonio Giolitti, Lelio Basso; e, tra i letterati, F. Fortini, M. La Cava, R. Bilenchi, C. Levi, D. Rea, ecc. [29] Bibloteca Gino Bianco
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