(cioè" co.ncentrato di acido) o di << suocera dell'Italia>> appioppate al setti- , / manale, sono altrettinti quadretti e trovate di pretta marca longanesiana, opera di questo o quel transfuga delìa stampa democratica verso lidi giornalistici di estrema destra. E possono, tali frecciate, cogliere sovente anche nel segno, in quanto, come accennavamo poc'anzi, la complessa impostazione del Mondo non va esente da compiacenze raffinatezze eleganze tali da poter, male interpretate, accattivare al giornale u'n pubblico che non sarebbe, intellettualmente parlando, suo proprio. Ma il solo fatto di aver saputo creare una cifra inconfondibile (e non priva, tra le sue attribuzioni_, di un tantino di snob ·chiamando a raccolta la migliore intellettualità italiana, e pubblicancando ed assimilando, i11una formula insieme austera e mondana, firme come Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Gaetano Salvemini; ed ave,r fatto coesistere, accanto alla << colonnina >> di costume di Carlo Laurenzi o di Mino Guerrini, al lancinante umorismo grafico di Maccari e di Bartoli, alla << cattiveria » di certe fotografie, alle piacevolezze dell' «Archivio >>,l'articolo << tecnico>>di storia e di economia, riuscendo a dar quasi l'impressione che tutto sia uscito da un solo cervello, è senza dubbio impresa che de11unziiatale perizia di mestiere da lasciare interdetto chiunque si accing·essea trinciar giudizi a cuor leggero. A questo rigoroso dosaggio formale fa riscontro una più profonda unitarietà che, senza implicare la compattezza ideologica dei collaboratori, li raccoglie in un accordo di massima che va ben oltre le loro divergenze particola·ri (le quali possono spaziare <1allostoricismo crociano più ortodosso al più empirico « problemtsmo >>), e fonda la st1a validità sulla comune fi'.ducianella ragione, sulla irriducibile ·vocazione dialettica, sullo spontaneo atteggiamento critico-umanistico. La spregiudicatezza e l'acume giornalistico che Pannunzio ha conseguito alla scuola di Longanesi sono insomma ben presenti nel Mondo; ma vi giungono innestati sulla viva sensibilità democratica maturata da11e' sperienza di Risorgi1nento libera/,e (105 ), e combinati con altri apporti non ( 105 ) Risorgimento libera/,e ( di cui è più volte ricorsa la citazione in queste pa... gine) fu il quotidiano del P.L.I., nato in clandestinità nel 1943 e vissuto fino all'ottobre del 1948. Fu diretto fino agli inizi del '48 da Mario Pannunzio (redattore-capo Ferruccio Disnant successivamente da Manlio ·Lupinacci ( << condirettor~ >> Vittorio Zincone), poi insieme da Lupinacci e Zincone. Nelle ultime settimane passò sotto [23] Bibloteca Gino Bianco
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