Nord e Sud - anno IV - n. 29 - aprile 1957

fiducia che le forze socialiste europee possano essere in un prossimo domani quelle cui toccherà il compito di maggiore responsabilità nell'esecuzione di tale politica ». È un peccato di non poter concedere all'on. Lombardi il ruolo del realista che richiama ai fatti gli illusi. In verità ci tocca capovolgere l'impostazione, ed obiettare al deputato socialista che il fatto che << la piccola Europa abbia struttura eco11omicaparagonabile a quella degli U.S.A. >> può essere stata un~illusione sua, e non certo di coloro che hanno negoziato - o appoggiato - il Trattato. Nessuno degli europeisti pensa seriamente che, , appena varato il mercato comune, avremo un'area di politica economica unificata. Noi diciamo semplicemente che la firma del Trattato getta una premess~, che noi dobbiamo impegnarci negli anni futuri a sviluppare e ad approfondire. Ed è certamente ingiusto dire che il mercato comune altro non è che un'unione doganale, proprio perchè tutta una serie di impegni - quelli che si suole definire misure positive ( e cioè, la Banca degli Inve- · stimenti, il Fondo di riqualificazione, la lotta contro i monopoli, l'eliminazione delle discriminazioni dei trasporti, l'armonizz,azione dei carichi sociali e fiscali, ecc.) - dimostra che c'è un'impostazione chiaramente volta alla creazione di un'area economica unificata. Se non si è ~ndati al di là di un'impostazione, lo si deve alle ben note opposizioni politico-parlamentari - sopratutto in Francia - che av'rebbero bocciato sul nascere ogni possibilità di << rilancio europeista >>. Fin qui, tuttavia, si potreb·be sperare di trovare qualche punto di accordo con l'on. Lombardi, una volta assodato da quale p,arte siano le illusioni e gli illusi; anche se si rimane sorpresi di fronte alla secca (e p,arentetica) osservazione relativa agli organi che dovranno creare l'area di politica economica unificata, « lasc~ando da canto per il. momento la questione della loro eventuale sopranazionalità >>. È possibile che r on. Lombardi non si renda conto che la sopranazionalità è il solo metoclo che p·ermetta l'unili• cazione delle politiche economiche degli Stati-membri? E se non si abolirà con le leggi federali, con la visione economica unitaria di un· Governo federale, con che cosa si abolirà « il particolarismo ec,onomico dei diversi Stati » ? Il discorso diventa, tuttavia, estremamente vago e poco comprensibile quando il depu~ato socialista scrive: << I socialisti respingono perciò la falsa scelta per l'Europa o contro l'Europa, fino a che essa si concreti in una scelta fra l'accettazione e la ripulsa di un trattato di cui nessuno fin' oggi è in [14] Bibloteca Gino Bianco

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