poteri federali, ma fra il Trattato così com'è, cioè tra questa premessa e questa speranza, e lo « status quo>>.Bisogna scegliere il Trattato così com'è, cogliendone il significato fondamentale, la politica che esso tende ad esprimere ed ,a realizzare. E ci pare che l'amico Garosci concordi in questo giudizio. Considerazioni a parte merita l'articolo che l'on. Riccardo Lombard~ noto come uno dei più impegnati autonomisti del P.S.I., ha pubblicato sulI' Avanti! del 26 febbraio: <<Il mercato comune: una speranza e due illu- • • SlOnl >>. Diciamo, innanzitutto, che l'on. Lomb,ardi ha avuto il merito di rispar-- miarci la polemica con la politica dei blocchi e con il « colonialismo ». Sgombrando cioè il campo da pregiudiziali ideologiche e venendo a discutere gli aspetti economici del Trattato, l'on. Lom·bardi ha fatto un pie1sso in avanti. Ma, subito dopo, il deputato socialista ha preferito fermarsi, insistendo molto sulle illusioni, e accennando vagamente alla speranza. Le <<illusioni», lamentate dall'on. Lombardi, sono due: <<la prima che la Comunità delle sei nazioni costituenti la piccola Europa abbia struttura economie.a paragonabile a quella degli Stati Uniti di America da un lato e dell'Unione Sovietica dall'altro ... ». La seconda illusione è che la riduzione prima, e l'abbattimento poi, delle barriere doganali, dia luogo ad <<un mercato libero, nel quale cioè il gioco competitivo sia assicurato in condizioni di massima libertà di concorrenza e regolato solo dai costi e dai prezzi ». Si tratterebbe di <<illusioni», perchè il Trattato non prevede la effettiva possibilità di una politica economica comune che <<assicuri l'equilibrio • della bilancia dei pagamenti», garantisca « un mercato coscientemente regolato ed organizzato da forze democraticamente responsabili (governi e parlamenti)» ed impedisca <<un mercato affidato a forze irresponsabili (monopoli e cartelli)». << Il vero obiettivo e nello stesso tempo la reale condizione per la creazione del mercato europeo non è di rimuovere le barriere doganali, bensì di rendere compatibili fra di loro i diversi piani di sviluppo nazionale in larga misura contrastanti e concorrenti... È la costituzione di un'Europa... capace di organizzare una propria economia per massimizzare il reddito ..., sollevare le aree depresse, promuovere il benessere delle grandi masse popolari, che costituisce la speranza dei socialisti, il contenuto per essi valido di un europeismo altrimenti troppo scopertamente subdolo ed equivoco. Tanto più e meglio, quanto più va prendendo concretezza la [13] Bibloteca Gino Bianco
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