logicamente vero o, aln1eno, da una conclusione morale. Che i suoi dei si •siano dimostrati falsi e bugiardi gli incute semplicemente un senso di delusione e di FRANço1s-REGis BASTIDE: Les adieux, NRF 1956. Vincitore del << prix Fémina », questo romanzo narra le patetiche vicende di due stranieri, un Russo ed una Svedese, residenti in Francia. Simili figure occupano gia da molti anni un posto stabile nella letteratura parigina, ma Bastide ha ciò non di meno tentato di considerarle da un punto di vista nuovo. Choralita Brichs, figlia di un illustre filologo svedese e di una spagnola, . va a Parigi per laurearsi - in lingue romanze e vi rimane. È una donna coltissima e buona, che ha paura della vita. Perfino il prete che la converte al cattolicesimo la incoraggia, invano, a crearsi degli interessi e degli amici, ma essa si contenta di dare delle lezioni di lingue in un istituto per non n1orire di fame, e di ricevere ogni tanto le visite di un Russo misterioso, con il quale evade nel regno della fantasia. Dopo la liberazione, Stellovski, che è un principe o, forse, un generale, e che comunque, sembra essersi alquanto compromesso coi Tedeschi, convince Choralita a rifugiarsi presso un suo amico, sindaco di un paesello viçino. Stremov, un altro Russo che li trasporta, durante il viaggio litiga con Stellovski che lo picchia e lo abbandona in un fossato. Dopo un soggiorno di qualche mese presso il sindaco F élicien, i due tornano a Parigi e riprendono il proprio lavoro. Choralita fa ogni tanto delle amarezza, ma non sembra che egli ne voglia trarre qualche insegnamento o uno stinìolo a modificare la propria menta .. lità. L. P. traduzioni per un Francese, studioso di religioni orientali che è il narratore dell'attuale vicenda. È lui che cerca di aiutare Choralita dopo il suicidio di Stellovski in uno stabilimento di bagni, ma la Svedese, prima così timorosa e riservata, frequenta ora le riunioni di un ciarlatano che pretende di curare tutti i mali con le sue << preghiere ». Bastide ha certan1ente voluto esprimere qui la tragica solitudine dei due protagonisti, che forse null'altro hanno in comune e che, avendo perso i loro rispettivi ambienti, non sono però mai riusciti a rifarsi una vita normale in Francia; l'unico Francese che di loro s'interessi è, in modo ·significativo, uno studioso delle più astruse materie. La tesi del romanzo non è del tutto convincente, poichè confuso, non solo per l'incerta identità, appare il personaggio di Stellovski, benchè l'autore si sforzi ovviamente di farne una macchietta caratteristica. Più coerente risulta il ritratto di Choralita, il cui carattere passivo ed indifferente le permette appunto, . rifiutando ogni esperiena vera, di vivere in un mondo completamente immaginario e di essere quindi, consapevolmente, l'unica causa della sua solitudine. Malgrado la palese aspirazione di Bastide di esprimere una verità più generale, il libro in sostan-· za non contiene che uno studio psicologico ed alcune descrizioni convenzionali ed assai sfruttate. L. W. (125] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==