Solo da un atteggiamento volontaristico di rinnovamento culturale da parte di una .ristretta élite, sia pure agevolato dal concorrere di possibili stimoli esterni (il progredire della riforma agraria, la crisi delle destre in tutto il Sud, l'unificazione socialista, una conseguente emigrazione comunista - di quadri e di elettori_:_ verso il socialismo, ecc.), ma comunque attuantesi nella forma lenta e faticosa di un processo educativo all'interno dei vari settori della vita associata (partiti, sind,acati, circoli, scuole), crediamo possa derivare qualcosa di buono nel prossimo avvenire. Questa volontà rinnovatrice si ritrova oggi, come dicemmo, in pochi individui, sparsi - o dispersi - un po' in tutti i settori dello schieramento democratico, e nelle sinistre classiste. Ma, se p·ur pochi, se pur· isolati, costoro dovranno attestarsi su posizioni estremamer1te chiare, rifiutando alleanze e compromessi con la vecchia i1itellighentia. Ché il rinnovamento non può venire da chi rimane attaccato ai vecchi interessi, alle vecchie strutture, ai vecchi schemi, al vecchio scetticismo ammantato di falsa fede: non dai professionisti legati per ragioni di affari al blocco agrario; non dai politicanti che hanno prosperato all'ombra delle clientele; non dai falsi educatori tuttodì affaccendati ad impartire lezioni private a ritmo ind-ustriale; non dai pretensiosi declamatori di conferenze, non dagli artefici di retorici editoriali; non dal tradizionale « intellettuale » della provincia meridionale, dotto di una dottezza che ricorda la mula tanto cara al paladino Orlando: tutti i pregi desiderabili ess.aavea, e nessun difetto, tranne uno: era morta. ROBERTO BERARDI sono di gran classe e durano un numero ridotto di giorni. In tutto l'anno, la prosa annovera una diecina di recite (nessun lavoro viene replicato), la lirica un massimo di 4 spettacoli all'anno, con 8 recite complessive; la stagione lirica si svolge, per rotazione, in un solo teatro per ogni anno. A partire dalla stagione 1952-53 il liceo musicale ha organizzato concerti che sono andati decrescendo come importanza artistica e co1ne affiuenza di pubblico. Secondo le cifre fornite dalla citata pubblicazione SIAE, risulta che la spesa media per abit~nte, in Lecce, per gli spettacoli teatrali di qualunque genere (prosa, lirica, concerti, varietà, rivista, ecc.) è stata nel 1955 di lire 378 (spesa media nei capoluoghi di provincia di tutta Italia, 552; la media leccese è però leggerm-ente superiore alla media dei capoluoghi di provincia del Sud continentale, che è di lire 374,2). [110] BiblotecaGino Bianco
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