Nord e Sud - anno IV - n. 29 - aprile 1957

d) Il mercato librario Altro elemento che ci guida a scoprire il tipo di cultura prevalente in Lecce è l'andamento del mercato librario. La città conta alcune librerie, sorte le più 11eldopoguerra (Milella, Cartolibreria, Natale, De Filippi - nata come agenzia di giornali -, Stelio) e agenzie (Utet, Bompiani, Vallardi, Mondadori, e l'Unione Editoriale che rappresenta molte case, tra cui Sansoni e Laterza). A,bbiamo interrogato i titolari o i gerenti delle principali librerie e agenzie; riassumiamo qui le informazioni r~ccolte. Occorre distinguere, in primo luogo, tra il libro << professionale » e il libro di cultura extraprofessionale. La vendita del primo avviene sotto lo stimolo del bisogno, e si presenta normale, in rapporto alle attività professionali dcj leccesi. Invece il libro di cultura nori professionale non è richiesto spontaneamente; è smerciato solo con forti pressioni psicologiche sul possibile compratore, specie col sistema delle visite domiciliari dell'agente o del rapp·resentante. Anche nel collocamento di questi libri, tuttavia, c'è un~ graduatoria di difficoltà. « Oggi molti amano possedere anche una biblioteca, per l'ambizione di avere una bella casa; perciò cercano le belle edi-- zioni », mi diceva uno degli interpellati. Altri, confermando il dato, aggiunsero che particolare favore incontrano le collezioni che hanno una bella veste, perché le collezioni fanno un << bel vedere>>.Non hanno tuttavia for-- tuna, pnche se inclusi in collezioni, i saggi di cultura impegnata: poco venduti, per esempio, i «Libri del tempo» di Laterza, e così le edizioni di Einaudi, che qui non ha l'agenzia. In genere << non van.no>> i saggi su problemi contemporanei, e quelli di storia, eccettuate le biografie dei personaggi che colpiscono la fantasia: per es. le biogrpfie più o meno (livulgative o romanzate di Napoleone. Quando poi un libro «va», se rie vendono una ventina di copie, in alcuni anni, in tutta la provincia. << La gente è stufa di politica, non vuol interessarsene>>, commentava la gerente dell'agenzia di una importante casa editrice milanese, riferendosi ad opere sulla vita italiana ed europea recente. Ma no11 di qualsiasi << politica » : infatti l' << Opera Omnia>> di Benito Mussolini (ed. La Fenice, Firenze, i11 35 voll.) ha incontrato una straordi11µria facilità di piazzamento: alla fine del settem·bre '56 c'era già un centinaio di prenotati o di ab·bonati in tutta la provincia di cui 1/4 in Lecce. Questo caso è molto eloquente: è ulteriore testimonianza del deterioramento culturale di certa borghesia meridionale, [106] Bibloteca Gino Bianco ...

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