di una ingente massa di dipendenti pubblici, di professionisti, di impiegati privati, e di commercianti e artigiani, accanto ad una cospicua aliquota di salariati, dovremmo pronosticare un fortissimo centro o centro sinistra, ed una forte sinis~ra; la destra dovrebbe essere evanescente. Giacché nell'Europa occidentale, e nell'Italia settentrionale che in quest'Europa è inserita, la piccola e media borghesia prof essionista commerciante e artigiana (che ;t Lecce costituisce la maggioranza della popolazione) è su posizioni liberali, democratiche, riformistiche; la sua destr,a è il centro, la sua sinistra manda le avanguardie a costituire i quadri dirigenti dei partiti proletari. A Lecce invece l'estrema destra illiberale, antidemocratica, anticostituzionale, <<no- . stalgica >>o mitologiqimente monarchica trova in questa piccola e media borghesia, in questo ceto modestamente benestante, ma non certo <<latif ondista>>né <<capitalista», il suo piedistallo; suo rincalzo è il sottoproletariato, non ancora pervenuto alla coscienz,a di sè. Perché? b) i partiti e i sindacati Una prima spiegazione della divergenza tra composizione sociale e· scelte politiche dei leccesi va cercata nell'organizzazione e nel funzionamento dei partiti e dei sindacati. Sono presenti nella città quasi tutti i partiti nazionali: PCI, PSI, PSDI, PRI, DC, PLI, PNM, MSI, più il laurino PMP. Hanno, in genere, la sola sede della federazione provinciale; solo il PCI ha, in più, tre sezioni rion.ali, e la DC addirittura sette. Non ci è stato p1 ossibile raccogliere dati attendibili sugli iscritti, ma ci è stato assicurato che sono pochi. Il borghese di Lecce <<non fa politica>>: che è poi, anche questo, un modo di far politica, lasciando via libera alle forze della conservazione, e ~i paternalismi di vario colore. Nè i partiti sembrano preoccuparsi gran che di questo assenteismo: essi sono poco più che comitati elettorali, usi a svegliarsi alla vigilia delle consultazioni. Fanno eccezione la DC e il PCI. Il PCI, come vedemmo, ha progressivamente miglioratole proprie posizioni nell'ultimo decennio (in parte a danno del PSI); ma nel complesso ha p·oca presa, vuoi perché la manovalanza di campagna e di città è ancora in uno stadio prepolitico, diffidente abulica ostile al prin-- cipio associativo, vuoi perchè la scarsità di lavoro e l'abbondanza di braccia rendono persuasive le pressioni psicologiche dei datori di lavoro. Per questi stessi motivi il sindacalismo marxista organizzato nella GCIL avanza sì,, [98] Bibloteca Gino Bianco
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