Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

una rinnovata e permanente situazione esistenziale, la classe politica dirigente - sia nella sua parte govel'nativa, sia, per le sopra accennate motivazioni, nella parte legata all'opposizione intransigente - era portata a rinunciare ,a qualsiasi interesse per la questione città-campagna nel quadro della riforma e ad accantonare qualsiasi preoccupazione di enunciare u11a propria filosofia della città e di adeguare còerentemente ad essa la propria azione esecutiva. ' Era inevitabile, pertanto, che il dibattito sulla forma degli insediamenti si riducesse in. più ristretti ambiti, o di « tecnici» puri (svuotandosi così di ogni vero signi1 ficato) ·O di minorlanze culturalmente avvertite, ma politicamente irresponsabili. Il limite imposto al dibattito è ben rivelato da u11 passo di un relatore ufficiale (7 ): cc Molto si· è discusso - egli nota - e si continuerà a discutere, sulla impostazione di questa rete di comunità, che previste ora come centri residenziali o di servizio, dovranno ordinarsi sin dall'inizio in una sorta di gerarchia. Sarà così possibile, p~r talune delle più lontane dai centri esistenti, prevedere che possano determinarsi in futuro funzioni superiori. E occorrerà in tal caso prevedere che il nuovo centro -· elemento nel quale all'impianto troveranno già luogo tutti i servizi della vita associata - possa evolversi, da unità primordiale, ad una struttura più complessa, propriamente residenziale: così potrà avvenire domani, e non oggi, la formazione di un comu11e autono,mo. Molto si ~ontinuerà a discutere sui due tipi fondamentali di tali « comunità » : se borghi accentra~i per seguire la tradizione sociale un po' chiusa degli abitati meridionali, in genere ambienti ove la gente vive gomito a go!llito con un senso di solidarietà talvolta suggestivo (che differenza di impianto fra i nostri paesi dove a momenti le case si appoggiano le une alle altre quasi l'individuo non potesse essere solo, e i villaggi russi con la grande strada fangosa nel mezzo, e ai due lati, tra gli alberi, distanziate e allineate, casette ben isolate le une dalle altre) - o semplici centri di servizìo destinati a servire di raccolta per i rurali sparsi nelle campagne trasformate, punteggiate dalle nuove case coloniche. Il secondo caso più aderente ad una realtà di lavoro, il primo, forse, ad una consuetudine umana, possibile solo dove il nucleo abitato si trovi al centro delle terre ove il contadino deve ogni giorno recarsi, e la distanza tra il borgo e le periferiche ter~e sia breve ». ( 7 ) L'ing. Piero Grassini della Cassa per il Mezzogiorno in << Esperienze urbanistiche in Italia». Roma, 1952, pag. 53-4. [96] Biblioteca Gino Bianco

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