Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

.. . beschi del mondo rurale unico o anche del mondo contadino a se stante» . ' gravemente denunciati da una « forte tinta pseudo-contadinista, anticittadina ed antioperaia >>(5 ). _ . Per i se~aci di Lenin, prof et.a dell'inevitabile alleanza fra operai e contadini, << un mondo rurale non esiste >>; per cui, essendo << dimostrato che i contadini non possono fare da sè », non resta loro che porsi a riffiorchio, in un'alleanza subalterna, della dinamica e dominante classe operi<1ia. Le conseguenze di questa impostazione ideologie.a, che ha condizio- · natò in ogni momento l'azione meridionalistica dei partiti marxisti, sono state e sono particolarmente rilevanti nel settore della lotta per la riforma agraria e, in generale, per la trasformazione e il rinnovamento del mondo contadino meridionale. Le rivendicazioni che agitano questo mondo risultano costantemente subordinate a quelle più generali, additate e perseguitate dal proletariato industriale. I problemi dei contadini sono soltanto problemi a breve scadenza, che non debbono contraddire quelli più vasti e permanenti degli operai: e l'interesse politico di questi ultimi, che esprimono l'aristocrazia del partito e ne improntano le finalità, resterà in ogni momento prevalente. ,D'altro canto, se si passa all'opposto estremo e si considera per un istante l'atteggiamento storico delle classi conservatrici o reazionarie, la soggezione della borghesia d'origine rurale nei confronti .di quella cittadina ripete un fenomeno analogo e spiega la stasi delle campagne e la costante rinuncia da parte borghese alla ricerca di vere soluzioni per il rinnovamento di queste. La soluzione marxista del contrasto fra città e campagne, inteso esclusivamente come contrasto fra interessi di classe, è indicata, già nel « Manifesto del P,artito comunista>>, nella « unificazione dell'esercizio dell'agricoltura e di quello dell'industria». Sottraendo alla proprietà privata l'uso di tutte le forze produttive e di tutti i mezzi di scambio, ed intensificando al massimo produzione e commercio, la società comunista consentirà uno sviluppo eccezionale sia dell'industria che dell'agricoltura. « La grande industria - spiega Engels (6 ) - liberata dalla pressione della proprietà ( 5 ) << Cronache meridionali» cit. pag. 897. · ( 6 ) « Principi del Comunismo » in Marx-Engels << Manifesto del Partito comunista». Trad. it. Torino, 1948. Cfr. in particolare le pag. 278-280. [93] s·blioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==