Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

) ...... portatore Raniero Panzeri, nella relazione introduttiva ad un convegno sul tema cc Azione politica e culturale », svoltosi a Roma in gennaio, per iniziativa del P.S.I. Pur lontana da un'auto-critica ba11ale, la relazione di Panzieri è stata lo specchio fedele delle confusioni degli intellettuali che si ritrovano 'intorno al P.S.I., più pronti ad indicare esigenze cc nuove » che avvertiti sui modi e sulle responsabilità di un'azione quotidiana. Nelle deformazioni ·burocratiche, nella prevalenza del dato « partitario » nel rapporto cultura-politica, nella cc strumentalizzazione » dell'attività culturale e nel mancato riconoscin1ento della sua autonomia, Panzieri ha riconosciuto le ragioni dell'attuale crisi della cultura marxista, che va restituita al suo compito di critica permanente, abbandonando gli irrigidimenti dogmatici degli ultimi anni. L'azione di classe, .dunque, deve avere come obiettivo la « demistificazione della cultura ». Queste considerazioni iniziali, sostanzialmente schematiche ed echeggianti il comodo luogo comune che ritrova in fatti esterni tutte le ragioni della crisi della cultura « engagé », hanno pesato sul seguito della relazione, in particolare quando si è cercato di individuare nel concreto le responsabilità di errori e fallimenti. Limitandosi ad ammettere una « generale responsabilità di classe » del P.S.I. per tutto quel che riguarda l'attività culturale degli anni passati, ed evitan,do ogni esame ed ogni giudizio sull'esperienza compiuta nelle organizzazioni unitarie con il P.C.I., Panzieri ha dimenticato che una ricerca culturale ambiziosamente tesa ad una nuova e più aderente interpretazione della realtà è anzitutto bisognosa di terreno fermo e sgombro d'equivoci. Ma il difetto, probabilmente, è nell'impostazione stessa e non nelle capacità degli uomini di ren,derla chiara e plausibile, o ,r1ella loro volontà di liberarsi delle riserve e delle tattiche precongressuali. Finchè si teorizza sulla necessità di creare nuovi istituti e nuovi strumenti perchè possa nascere una « nuova cultura », si percorre la stessa strada che oggi è fiancheggiata dalle rovine degli organismi culturali socialcomunisti: quale che sia il coraggio nella critica e l'acutezza nel giu.dizio sul passato. rrra la pseudo-cuitura prodotta su ordi11azione del partito e lo studio serio, in cui le capacità devono unirsi al rigore del metodo ed· alla severità della ricerca, non esiste una « terza via », rinnovatrice attraverso le sole forme, quasi che gli istituti avessero, in questo e negli altri ca1t1pi, il potere di illuminare sul metodo e di raddrizzare le gambe ai cani. · Il P.S.I., lodevolmente, avverte che i tempi gli impongono risposte proprie e non ripetizioni delle risposte altrui: e ben farà a potenziare giornali e riviste, case editrici e centri di ricerca, a render sensibile l'apparato stesso del partito alle questioni culturali. Altro sarebbe ritenere però che tale attività debba realizzare una generale organizzazione democratica della [86] Biblioteca Gino Bianco

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