Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

I mento esauritosi al processo dell' avant-ga.rde novecentesco), dell'identificazione della figura, solo moralmente qualificabile, dell'uomo di scienza· e lettere con quella, tecnicamente e politicamente qualificata, ~ell'intellettuale. ~,ta gli intellettuali entrati in crisi non vi è i11fatti nes~un uomo di sci~nza I . e di lettere da recuperare, perchè gli uomini di scie111ze lettere che no·n hanno fatto compromessi nel campo della loro ricerca o della loro parte non sono mai stati persi alla causa della libertà, che del contributo da essi portato alla ricerca della verità si sar-à sempre giovata anche se li ha avuti, in quanto militanti politici', in un campo avverso. E allo stesso modo nessun recupero è possibile, se n·on come pr1vati ciittad1ni, di quegli uo·mini di scienze e di lettere la cui esperienza comunista ha sig,nificato la deformazione conformistica ·o l'asservimento ideologico .della loro op-era di artisti o scienziati. Occorre naturalmente aggiungere che le vie della Provvidenza sono infinite, e che ·anche uno scrittore che per un certo tempo ha ceduto al conformismo può risollevarsi alla libertà di pensiero e di espressione; ma anche i discorsi pii finiscono con l'essere oziosi in un campo in cui la posta non sono anime da salvare, ma opere da considerare; e perciò finisce con ltaver se mai più peso la considerazione empirica che il lume d'arte o di scienza che si è s·pento nel conformismo era in genere assai tenue, e si riduceva spesso a brillare di una fama accademica o mondana. ' . Il « recupero» che non si prospetta per gli uomini di scienze e di let-- tere si prospetta invece ,decisamente per gli intellettuali: per tutta quella categoria di tecnici della propaganda o della cultura di massa che il partito comunista - la cui struttura organizzativa, in una società arretrata come la nostra, in cui quasi vige ancora il vecchio concetto di professioni liberali, . er.a l'unica che risp~cchiasse alcune fonq.amentali esigenze della vita moderna - in parte ha attinto dalle file degli ps,eudo-scienziati e pseudo-artisti, la cui 1nflazione è stata caratteristica della decadente so.cietà borghese, e in parte ha formato ex novo una categoria di tecnici la cui funzione, a differenza di quella degli uomill1i •di scienze e di lettere, è e dev'essere strumentale rispetto alla politica; e che nella loro stessa efficienza e preparazione tecnica - non nella loro presunta creatività intellettuale - trovano quella dignità professionale che è premessa di indipendenza, che permette loro d'essere oggetto di una selezionata politica e di fornire alimento e ricambio alla classe diri- , gente politica. Ma più che non in questo « recupero » di personale, sul quale sarebbe prematuro e indiscreto far conto; il ris,ultato ·per noi positivo della crisi della politica culturale del P.C.I. va riconosciuto nella chiarezza con cui esso ripropone alla cultura laica un suo compito fondamentale: restituire agli u,omini di scie11zee di lettere in quanto tali quella indipendenza di cui già il vecchio industrialismo - bramoso di ridurre la cuìtura a laboratorio, e il laboratorio a produttore di formule commercializzabili - tendeva a pri- ,, [84] Biblioteca Gino Bianco

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