un contributo del 20 per, cento sul costo ad esse relativo potrebbe costituire motivo determinante della loro costruzione. Commento analogo merita la proposta di chi vorreb 1 be sopprimere l'ultimo com.ma di -~~esto articolo, o meglio, parte di esso, in modo da estendere il cont1'ibuto-'in questione anche alle iniziative in atto prima della •presentaziòne ~l Parlamento• del disegno di legge: quando cioè ness.un impren,dito,re poteva fare affidamento sul contributo, e nessuno quindi ne avrebbe, a rigore, la ne,cessità. C'è, poi, semp-re a proposito di codesti articoli, la proposta di eliminare , l'ultimo comma dell'art. 10, che sanciva un'assurda incumulabilità dei co11tributi qui previsti con l'esenzione dall'imposta di R. M. prevista dall'articolo 21: ma trattasi di un rilievo positivo di assai ·scarso peso, se· posto a raffronto· coi precedenti. Né miglio-ri sono le prospettive s.ulla sorte dei « Consorzi » previste dall'art. 13 del testo governativo, le quali ci avevano richiamato alla memoria le Trading Estates promosse nelle Special Areas britanniche, e ci aveyano indotto a sperare in un miglioramento della norn1a nel senso di un ampliamento delle funzioni istituzionali e del campo di operatività dei costitue1'ldi Enti. Al contrario, v'è la _proposta di ammettere tra i membri dei Consorzi soltanto enti pubblici. Si trovano poi proposte come quella che vorrebbe stabilire che la rivendita di immobili, da parte degli Enti, .allo scopo di favorire ~'impianto· di nuovi stabilimenti· industriali, dovrebbe essere fatta ad un prezzo pari all'importo a suo tempo pagato dall'Ente « aumentato del 1naggior valore apportato dalle attrezzature eseguite nella zona,»: come a dire che, per richiamare le iniziative industri.ali, si o.ffro,no· agevolazioni il ' cui onere ... · viene poi addoss.ato alle iniziative medesime! Anche qui, come t - si è accennato, alla Cassa e al Comitato dei Ministri è negata ogni facoltà di determinare a quali enti e in quale misura concedere una sovvenzione sugli oneri sopportati. Nel camp,o delle agevolazioni fisaali) i,n fine, le tendenze generali delle· proposte sonq straordinariamente larghe e generose. Si comincia col voler :rendere obbligatorie quelle esenzioni dalle imposte comunali di cui noi rilevamma; - q~ando ancora si trattava di esenzioni facoltative - la pericolosità per il futuro dei bilanci e quindi dell'autonomia delle amministrazioni locali. All'esenzione dall'imposta di R. M. si vorreb,be aggiungere quella sulle industrie, commericio e professioni e addizionali relative. Il limite massimo; dell'esenzion·e dovrebbe essere elevato, secondo taluni, sino all'intera massa degli utili investiti; altri, pur_ mantenendo il limite del 50 per cento sugli utili dichiarati, vorrebbe elimi,nare quello del 50 per cento sul costo delle· opere: mentre noi osservavamo che proprio• la coesistenza di questi due limiti conferirebbe .una certa capacità selettiva ad agevolazioni che, come quelle· fiscali, generalmente non ne posseggono alcuna, per loro stessa natura. A queste agevolazioni, inoltre, si vorrebbe aggiungere l'autorizzazione [66] BibliotecaGino Bianco
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