,. prevedeva il disegno governativo - a 760 miliardi di lire. È nostra impressione che l'ulteriore incremento di 175 miliardi deciso dalla Commissione sia ampiamente compensato dalle nuove, più late e gravose incombenze che i successivi articoli del titolo I e II del diseg,no, così come modificati dalla Commissione stessa, addossano alla Cassa. Sorge quindi il pericolo che, qualora l'Assemblea decida un cc taglio » sull'ulteriore incremento, senza ridurre corrispondentemente i nuo,vi oneri pr-evisti, ne abbia a scapitare l'efficienza dell'intervento della Cassa nel settore· industria,le; cioè proprio quell'intervento che dovrebbe caratterizzare il « secondo ciclo » di ·quest'organo. Prima di considerare i singoli argomenti, ricoTderemo anzitutto che nella nota del mese scorso scrivevamo: « sarebbe illogico ... attendersi di trovare l'organica ed integrale formulazione di una politica economica 'cristalizzata' in un insieme di norme rivolte a 1 particolari obiettivi », pur ammettendo cc l'opportunità di un ' inserimento ' che valga a sottrarre certe fondame.ntali direttive alle vicissitudi,ni congiunturali delle mutevoli circostanze politiche economiche e sociali ». 1 1 Ebbene, nell'art. 2 approvato dalla Commissione Speciale, accanto all'obbligo già sancito per i Ministeri dell'Agricoltura, Ind,ustria, Lavori Pubblici, Trasporti, e del Lavoro (cioè l'ob,bligo di presentare al Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno i programmi, relativi ad ogni esercizio finanziario delle opere da realizzare nei territori del Mezzogiorno ed assimilati), si stabilisce un analogo obbligo per il Ministro delle Partecipazioni Statali. Ne1 4° comma, infatti, si afferma: « Il Ministro delle Partecipazioni Statali presenta. ogni ann.o per l'esame al Comitato dei Ministri i programmi di investinienti degli enti e delle aziende sottoposti alla sua vigilanza » : questi p,ro- . grammi cc dovranno prevedere una distribuzione territoriale degli investi-- men.ti niedesiimi atti a realizzare... un progressivo migliotre equilibrio economico fra le diverse region,i ». Sino a qui, nulla da eccepire: ché anzi, trattasi proprio di quel certo inserimento che, senza nulla « cristallizzare », definisce u·n preciso impegno programmatico per i responsabili della politica economica. Ma decisamente eccessiva appare l'ulteriore precisazione fissata nel medesimo comma; in virtù de,lla quale si vorrebbe stabilire che, daìla entrata in vigore della legge a tutto il 1964-65, cc gli investimenti di detti eriti ed aziende~ destinati alla creazione di nuovi impianti industriali~ sarannu nel complesso effettuati per una quota non inferiore al 60 per cen.to della somma t?tale » nei territori meridionali ed assimilati! La pretesa di indicare a priori un minimo è certamente· assurda e contiene - sia pure dettata dalla più sincera buona fede - una buona do,se di demagogia. In base a questa disposizio,ne, in effetti, gli enti e le aziende in parola potrebbero addirittura non effettuare investimenti di sorta nel Mezzog.ior110, pur prosegue11do ad investire i pro,pri caipitali nei terri:tori del Nord, ampliando od ammodernando cioè gli impianti ivi dislocati: tanto potrebbe [62] Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==